Page 151 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
P. 151
Voglio dirle la verità. Non rido per questo: sono timido e mi
vergogno di tutto. Quando vedo la gente, vorrei nascondermi
sotto un tavolo come un bambino». Lo disse con tanta mestizia
che neppure un attimo solo dubitai che fosse sincero e
improvvisamente mi apparve per quello che è: un brav'uomo
che dura fatica a dire bugie. Lo avrei ringraziato. Ma subito si
alzò di scatto e il suo volto era rosso, i suoi occhioni smarriti, la
sua bocca piegata in una smorfia angosciosa, come se la
rivelazione lo avesse sconvolto. «Addio» disse sfiorandomi
appena la mano.
Certo era andato a piangere, forse a uccidersi. Mi aggredì un
senso di colpa. Se lo avessi zittito in tempo, se avessi finto
d'essere sorda. Ma sì, dovevo rincorrerlo, giurandogli che non lo
avrei raccontato a nessuno. Che gli avrebbe detto Cocteau se
avesse saputo? Che dramma.
«Macché dramma» disse Brooks. «È andato al gabinetto.»
151