Page 67 - Oriana Fallaci - 1968
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Dall’altra  parte  del  ponte  e  della  coscienza  c’è  il  Venerabile
                Tarn Chau che con Tri Quang ha in comune soltanto il sorriso di

                lupo, ora misterioso e ora infido. Di origine cinese, Tarn Chau
                appartiene  a  una  ricchissima  famiglia  del  Nord  dove  nacque

                quarantacinque  anni  fa  e  dove  vivono  ancora  i  suoi  quattro
                fratelli: costretti a lavorare però. Durante la guerra ai francesi
                Tarn Chau si schierò coi francesi, fu arrestato dai comunisti e

                rimase in galera tre anni. Uscito, si mise a lavorare coi cattolici
                nella  Lega  religiosa  contro  il  comunismo.  Veste  ancora  col

                peplo  arancione  e  viaggia  con  una  lussuosa  Mercedes  guidata
                dall’autista. Il suo salotto ha l’aria condizionata, il suo telefono

                funziona  sempre,  il  che  è  raro  a  Saigon,  nella  sua  pagoda
                nessuno  ha  bisogno  di  mettersi  a  guardia  di  un  uscio  per

                sventare sorprese della polizia. I suoi rapporti con Ky sono così
                buoni che, per ringraziarlo dell’aiuto datogli durante le elezioni,
                Ky  gli  mise  in  banca  un  milione  di  piastre  «indispensabili  a

                costruire nuove pagode a Saigon» (sebbene non una pagoda sia
                stata  poi  costruita).  Poi  gli  regalò  anche  un  viaggetto  in

                Giappone,  a  Formosa  e  in  Corea.  Il  fatto  è  che  la  lotta  del
                Venerabile Tarn Chau a fianco del Venerabile Tri Quang durò

                molto poco: fino alla caduta di Diem. Quando i militari salirono
                al potere e Tarn Chau s’accorse quant’erano forti, volse le spalle

                a Tri Quang e si mise con loro. L’ostilità tra i due monaci è così
                profonda  da  raggiungere  punte  umoristiche.  Litigano  in
                pubblico,  si  scambiano  telegrammi  insolenti,  denunciano

                ognuno  i  peccati  dell’altro:  «Tu  che  ti  sei  messa  l’aria
                condizionata  coi  milioni  di  Ky».  «Tu  che  parli  male  degli

                americani e poi mangi i baci di cioccolata Hershey.» A vederli
                con  quelle  vesti  severe,  quel  cranio  rasato,  quel  profumo
                d’incenso che si portano dietro, sembrerebbe quasi impossibile

                che si lascino andare a episodi del genere. Ma se il più scatenato
                è Tri Quang, uomo di molte passioni e di altrettanta fede, il più

                criticabile  è  indubbiamente  Tarn  Chau,  cui  del  buddista  e  del
                monaco è rimasto ben poco. In quaranta minuti trascorsi con lui

                non  sono  riuscita  a  strappargli  una  invocazione  di  pace,  una
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