Page 66 - Oriana Fallaci - 1968
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I  roghi  dei  buddisti  continueranno  finché  continuerà  la
                carneficina del popolo. Personalmente io sono più che pronto a

                cospargermi di benzina  e bruciarmi.  Subito, se  è necessario  o
                almeno utile. O domani, o tra un anno. Ogni vero capo buddista

                è pronto a immolarsi: venti litri di benzina e cinque minuti di
                strazio sono facili da accettare quando ciò serve a difendere una
                fede e un popolo. I cattolici dovrebbero capirlo. Io non so cosa

                pensino  i  cattolici  quando  onorano  i  loro  martiri  sugli  altari,
                però  credo  di  sapere  cosa  pensavano  i  martiri  cattolici

                scegliendo  il  martirio.  Il  gesto  più  alto  che  una  creatura  può
                compiere è quello di rinunciare alla vita attraverso una fine che

                dà  dolore.  L’immolazione  per  fuoco  è  considerata  da  noi
                buddisti il gesto più alto.



                Venerabile  Tri  Quang,  lei  non  ha  molte  ragioni  per  essere
                amico  dei  cattolici,  però  ha  detto  di  volermi  consegnare  una
                lettera per il Papa. Perché?



                Lei  tornerà  presto  in  Italia  e  potrà  raccontare  le  cose  che  ha
                visto e udito, le creature che ha visto massacrare da entrambe le

                parti. Se ha versato una lacrima sui loro cadaveri, capirà perché
                mi  rivolgo  al  Papa  a  nome  dei  vietnamiti  che  da  vent’anni

                vedono  solo  morte.  Il  Papa  è  un  capo  potente  e  responsabile,
                crede alla pace e solo lui può farsi ascoltare sia dai colonialisti

                che dai comunisti. Solo lui ha l’autorità necessaria per chiedere
                di  prolungare  le  tregue  di  Natale,  di  Capodanno  e  del  Tet,  il
                nuovo  anno  vietnamita.  Con  le  tregue,  coloro  che  soffrono

                possono  respirare  e  coloro  che  vogliono  la  guerra  possono
                meditare sulle loro colpe. E poi il Papa può fare un’altra cosa,

                può  intavolare  trattative  segrete  per  negoziare  la  fine  della
                guerra. Noi speriamo nel Papa. Alla nostra disperazione serve
                solo pensare che qualcuno ci capisca e ci aiuti.






                Coi milioni di Ky ha messo l’aria condizionata
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