Page 42 - Oriana Fallaci - 1968
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Sam, raccontami di quand’eri al Nord in quei dieci anni.
Mi mandarono ad Hanoi e poi nella provincia di Ha Dong per
seguire i corsi di sabotaggio. Li avevo scelti io perché quello era
l’unico modo per tornare al Sud. Erano veri corsi scolastici,
molto difficili. Se ti bocciavano dovevi ripetere l’anno. Si
tenevano di notte perché la popolazione non lo sapesse: gli
accordi di Ginevra proibivano queste cose. Si studiava come
usare le mine e la nitroglicerina e come fare gli attentati nei
porti e negli aeroporti e nelle città. Al Nord non si stava male, in
quegli anni. I campi di riso distrutti dalla guerra coi francesi
erano stati ricostruiti, la terra dei ricchi era stata data ai poveri e
tutti avevano da mangiare la stessa quantità di riso. E poi io
imparai a guidare l’automobile e divenni istruttore di guida,
questo fu interessante perché mi pagavano bene, 124 piastre al
mese e un chilo di carne la settimana. Siccome per il cibo
spendevo solo 21 piastre, potevo mettermi da parte i soldi. Ma
ero così solo. Noi del Sud eravamo in pochi e quelli del Nord
non stavano molto con noi. Fino al 1956 non ci davano
nemmeno il permesso di sposarci. Vero è che io non mi sarei
sposato lo stesso. Anzitutto perché volevo restare fedele alla
mia ragazza: lo sai che in dieci anni le rimasi sempre fedele? E
poi perché la mia mamma s’era raccomandata: «Non sposare
una del Nord, nel Nord sono diverse da noi, parlano anche con
un altro accento!». E io sono sempre stato un figlio ubbidiente.
Parlami della donna che sposasti, Sam.
Era una ragazza della mia unità, una guerrigliera come me, era
la mia assistente. Nella mia compagnia, quando tornai al Sud
nel 1964, c’erano venti uomini e quattro donne. Infatti devi
sapere che nelle nostre compagnie di solito c’è una donna ogni
cinque uomini, nelle basi ospedaliere invece sono quasi tutte
donne. Le donne da noi sono molto rispettate perché
combattono con noi e perché per secoli le abbiamo trattate male,