Page 372 - Oriana Fallaci - 1968
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dato l’ispirazione per togliermi da quella posizione terribile, lì
                in  piedi,  a  fare  da  bersaglio.  A  un  bel  momento  ho  finto  di

                svenire, sicché sono calata giù come uno straccio, gli altri hanno
                fatto  lo  stesso  e  quelli  ci  hanno  lasciato  fare.  Allora  siamo

                rimasti in quel modo sdraiati a pancia a terra. Io mi trovavo fra
                questi due studenti, questo Moises e questo Manuel: Moises è
                rimasto subito ferito alla mano perché ho visto che la mano era

                tutta insanguinata. Manuel cercava di proteggermi e quando la
                polizia si è accorta che lui cercava di proteggermi un poliziotto

                ha  incominciato  a  gridare  perché  ci  staccassimo.  Per  quanto
                possibile cercava di proteggermi, mi teneva le mani sulla testa, e

                mi tenevo anch’io le mani sulla testa. La polizia allora, sempre
                puntando le rivoltelle, ha ordinato a lui di staccarsi e a tutti e

                due  e  anche  a  Moises  di  alzare  le  mani  in  modo  che  non  ci
                potevamo  neanche  proteggere  la  testa  dalle  schegge.  Niente,
                capisci: è questa la cosa vergognosa.

                    Quando Manuel si è staccato da me e Moises si è staccato, io
                centimetro  per  centimetro,  perché  stavo  tutta  distesa  bocconi

                sullo  stomaco,  perché  mi  sentivo  più  sicura,  ho  cominciato  a
                scivolare  lungo  il  muro  e  sono  riuscita  a  spostarmi  di  mezzo

                metro  mentre  questo  poliziotto  gridava  e  mi  puntava  la
                rivoltella. Questo movimento è stato quello che mi ha salvato,

                perché se no la pallottola mi sarebbe arrivata nella testa anziché
                nelle  spalle.  La  sparatoria  era  ininterrotta,  ho  detto  che
                sparavano da tutte le parti mentre noi eravamo sempre sotto le

                rivoltelle  della  polizia.  A  un  certo  punto  l’elicottero  si  è
                abbassato, si è sentita una grande raffica e io ho avvertito come

                due  o  tre  pezzi  di  sasso  che  si  abbattevano  sopra  di  me  e  un
                coltello che mi entrava nella schiena. Il coltello era la scheggia
                della pallottola dell’elicottero che si è fermata a pochi millimetri

                dalla  colonna  vertebrale.  Un’altra  scheggia  è  entrata  nel
                ginocchio  sinistro  e  mi  ha  squarciato  tutta  la  gamba  in  quel

                punto, però ho avuto questa fortuna incredibile che il professor
                Viale  ha  definito  una  fortuna  scandalosa  perché  è  andata  a

                incastrarsi tra l’arteria principale e tutti i legamenti nervosi e la
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