Page 368 - Oriana Fallaci - 1968
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stavano  venendo  verso  di  noi,  verso  il  terzo  «piso»,  il  terzo
                piano, dove c’erano gli altoparlanti, ma ho capito anche che non

                c’era nulla da fare. Voglio dire ho fatto il movimento di andare
                verso  l’ascensore,  ma  l’ascensore  era  stato  bloccato,  capisci,

                nello stesso momento la Maribilla che era scesa giù, è arrivata
                gridando,  chiamando  Angel,  e  Angel  è  sceso  giù  al  piano
                terreno e quando è sceso giù al piano terreno ha trovato decine,

                decine, decine di poliziotti in borghese che hanno cominciato a
                gridare «figlio de chingada», «hijo de puta», «figlio di cane»,

                «donde vas hijo de chingada», allora Angel e gli altri dicevano
                «abajo, abajo!» e allora loro hanno detto «arriba, arriba!» e li

                hanno  mandati  su.  Io  mi  sono  girata  voltando  le  spalle  al
                massacro che era cominciato nella piazza e ho visto piombare,

                come nei film, una quarantina, una cinquantina prima, poi una
                sessantina  di  uomini  di  mezza  età  in  borghese,  in  camicia,
                avevano  tutti  la  camicia  bianca,  la  mano  sinistra  dentro  un

                guanto bianco, oppure fasciata in un fazzoletto bianco e nella
                mano  destra  la  rivoltella  puntata.  Il  guanto  o  il  fazzoletto

                bianco,  era  per  riconoscersi,  perché  erano  in  borghese.  Sono
                entrati  sparando,  hanno  cominciato  a  sparare  con  queste

                rivoltelle dappertutto, non addosso alla gente, devo dire, ma per
                terra dappertutto, e agguantando la gente. Socrates è scomparso,

                io non l’ho più visto Socrates. Angel era già scomparso prima,
                quando la Maribilla era venuta a dire che c’erano i poliziotti. Io
                mi  sono  ritrovata  insieme  a  Moises,  che  è  un  ragazzino  del

                Politecnico, figlio di un contadino, a Manuel, un amico mio, e
                ho  guardato  i  poliziotti  venire  avanti,  in  uno  stato  di  totale

                stupore,  anche  se  per  stupire  me  ce  ne  vuole  parecchio  e  per
                stupirmi  dopo  che  avevo  visto  quello  che  stava  succedendo
                nella piazza, quel piombare senza ragione, ce ne voleva ancora

                di più. Ma era talmente pazzo il piombare di questi qua, che li
                guardavo sbalordita.

                    Una guardia mi ha presa pei capelli, io ho i capelli lunghi, mi
                ha agguantata per i capelli, sai come nelle vignette dell’uomo

                delle  caverne  che  agguanta  la  donna  per  i  capelli,  e
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