Page 366 - Oriana Fallaci - 1968
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un’ecatombe di capelli lunghi e di baffoni e l’unico che non ha
voluto rinunciare ai baffi è stato il Socrates, poveretto, che con i
suoi baffoni è andato lì al microfono e ha detto: «Compagni,
questa è una manifestazione pacifica, noi oggi l’abbiamo indetta
innanzitutto per festeggiare l’evacuazione della nostra università
da parte delle truppe governative, poi per chiedere che il resto
delle scuole secondarie vengano anch’esse liberate dalla
presenza dei soldati e infine per indurre i compañero a
cominciare, a partire da lunedì, uno sciopero della fame, per
dimostrare che noi non vogliamo attaccare nessuno. Cerchiamo
d’ora innanzi dei sistemi pacifici. Lunedì cominceremo,
chiunque vorrà partecipare a questo sciopero della fame si
sistemerà nella città universitaria dinnanzi alla piscina
olimpica… e farà lo sciopero della fame fino alla fine delle
Olimpiadi».
Socrates aveva appena finito di parlare, che un elicottero ha
cominciato a volare sopra la piazza, un elicottero verde
dell’esercito, in cerchi concentrici, sempre più bassi, sempre più
bassi. Io mi sono preoccupata e ho detto a Manuel: che cos’è
questa storia? Lui mi ha risposto di non preoccuparmi; i ragazzi
non erano eccitati, erano tranquilli, quieti. Mentre si discuteva
della presenza dell’elicottero, l’elicottero ha lanciato due
bengala verdi. Ora, venendo dal Vietnam, so benissimo che tutte
le volte che un elicottero o un aereo butta giù un bengala, è
perché vuole localizzare il punto da colpire. Allora io mi sono
preoccupata e ho detto subito a questi ragazzi: guardate che sta
buttando i bengala, se butta giù i bengala vuol dire che hanno
intenzione di sparare. Ma loro non mi hanno preso sul serio.
Siccome sapevano che ero stata in Vietnam hanno detto: «Eh, tu
ves las cosas como en Vietnam». Non avevano finito di parlare
che si è sentito un gran fracasso, un grande rumore di camion e
di carri armati e la piazza è stata letteralmente circondata dalle
quattro parti, perché l’edificio dove eravamo noi, questo terzo
piano dove c’erano gli studenti, guarda la piazza, quindi da
qualsiasi parte si guardasse, si vedevano arrivare camion e