Page 352 - Oriana Fallaci - 1968
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Oh, boy! Sì, me la cavo. Tanti quanti prima eran pochi. Oh, boy!
Se pensi che facevo appena ventimila lire la settimana quando
lasciai Steubenville con quell’orchestrina. La sera cantavo e di
giorno dovevo fare il benzinaro. Perché avevo due bambini da
mantenere. E poi tre. E poi quattro. E quando mi trasferii a New
York dovetti fare anche il tassista. Odio New York, perché sono
stato così infelice a New York, così umiliato. Non ci tornerò
mai, se sono costretto a tornarci non ci dormo mai: riparto per
Los Angeles col volo notturno. A parte il fatto che New York è
piena di ascensori e io ho paura dell’ascensore. Una paura
pazza. Tutte le volte che prendo un ascensore, ci resto chiuso
dentro. Una volta, a Cincinnati, Frank disse: «Su, vieni, non
succederà nulla». Andai e successe. Se non riuscivo ad aprire la
porta con le mani, si moriva dentro soffocati. Oddio, gli
ascensori. Specialmente quelli senza l’uomo che li manda, sai
quelli che pigi il bottone e ti trovi chiuso dentro. Solo come un
cane. L’ascensore è uno strumento del diavolo. Come la
televisione e l’automobile eccetera. Non so come funzionano
queste cose, e non lo capisco, così ho paura. E mi metto a
pregare Gesù se ho paura, e questo mi secca perché non sta bene
pregare quando hai bisogno.
Lei è molto religioso, Dino, vero?
Oh, boy! Se lo sono! Oh, boy! Tutte le sere, prima di andare a
letto, io dico le orazioni. Non ricordo d’essere andato a letto una
sera senza dirle. E poi ci ho il mio San Cristoforo al collo così
quando prendo un aereo ci do un bacino e mi fo il segno della
Croce e comincio a pregare il mio San Cristoforo. Voglio dire,
non che mi metta in ginocchio: ma prego più di quelli in
ginocchio. Lui c’è. Oh, non c’è discussioni: c’è. Perché scusa,
quando una signora fa un bambino, o meglio quando un
bambino nasce da una signora, chi gli ha fatto il naso e la bocca
e gli occhi e gli orecchi eccetera? La signora? No, Lui. E
quando la gente muore, che dice la gente? A chi si raccomanda?