Page 333 - Oriana Fallaci - 1968
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a forma di pesce, una fatta a forma di drago e via dicendo. Non
conoscevo le idee che le agitavano, che le avevano formate. Il
giusto e l’ingiusto io lo conoscevo solo attraverso il buddismo
che ancora oggi è il credo alla base di ogni mio ragionamento.
Parlando con Mao Tse-Tung ebbi modo di mettere a confronto
il comunismo e il buddismo. Ora, secondo me, il buddismo va
ideologicamente un po’ più lontano del comunismo. Infatti, sia
secondo il buddismo che secondo il comunismo, è la realtà
materiale che regola tutto. Ma come viene a esistere la realtà
materiale? Per creazione divina? No certo: per creazione
dell’Uomo, per il lavoro fisico dell’Uomo. E, a questo punto,
comunismo e buddismo si identificano. Dopo questo punto,
però, il buddismo va oltre. Perché il buddismo spiega che
l’Uomo crea la realtà grazie alla sua mente, e perché il
buddismo offre un perché sull’esistenza della mente. Questo
perché è il Principio, e il Principio è Dio. Quanto abbiamo
discusso io e Mao Tse-Tung su tale argomento. Il fatto è che
quando io approdavo alla mia conclusione, scoppiava un litigio.
Perché io dicevo: sì, hai ragione, tutto vero, tutto giusto, ma
l’Uomo non è Dio; e Dio c’è. Lui invece diceva: non c’è.
Mi pare che fossero discussioni interessanti, Santità. Che altro
può dire di Mao Tse-Tung?
Non si usciva mai indifferenti da un incontro con lui.
Fisicamente non saprei come descriverlo: aveva sempre le
scarpe sudice e indossava sempre quell’uniforme uguale a
quella degli altri. Respirava male, aveva sempre l’affanno; non
era sano. Malgrado ciò non faceva che fumare, anche parlando.
Una sigaretta dopo l’altra: l’accendeva una sull’altra. Parlava
lento e piano, pesando ogni parola. Non diceva mai una
sciocchezza. V’era un che di triste, in lui, e spesso era strano.
Una volta arrivò all’improvviso e mi disse che il buddismo era
una buona religione: pur essendo un principe, Budda aveva fatto
molto per migliorare le condizioni dei poveri. Poi,