Page 33 - Oriana Fallaci - 1968
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Un prigioniero vietcong
Tornati a Saigon Oriana ottiene di incontrare il «nemico»,
Nguyen Van Sam, capo vietcong catturato dalla polizia
sudvietnamita, e lo intervista. «Quando è arrivato con la sua
benda nera è stato come vedere mio padre vent’anni fa, il
giorno che lo arrestarono perché gli avevan trovato le armi
paracadutate dagli americani per sparare ai tedeschi.»
Saigon, gennaio
«Ho sentito parlare di quel Dio con la barba bionda che si
chiama Gesù Cristo, quello che ha le ali e vola sopra le nuvole.
Morì in modo crudele, mi sembra. Come un partigiano
vietcong.»
«Il giorno dopo le mie nozze ci fu un combattimento. Io e
mia moglie dovemmo andare insieme in combattimento. E
questo fu il nostro viaggio di nozze.»
«La patria è come la tua capanna che se qualcuno entra a
pigliartela devi cacciarlo, anche se poi muori. Chiunque sia
questo qualcuno: russo, cinese, francese, americano.»
«Era bello fermarsi lungo i fiumi a pescare e a sognare la
pace anche se la pace io non so immaginarla perché non l’ho
mai vista. Io ho visto sempre e soltanto la guerra.»
«La sola canzone che conosco è una canzone di guerra che
imparai al Nord. Però le canzoni che a me piacciono di più sono
le ninna nanne dei bambini.»
«Augurami di morire bene.»