Page 29 - Oriana Fallaci - 1968
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Bobby?» «Tre mesi. Novanta giorni, ci pensi? In novanta giorni
                faccio in tempo a morire novanta volte. Fino a oggi m’hanno

                tenuto lontano dal fuoco perché le ferite guarissero, ma ora sono
                guarite  e  ogni  giorno  è  l’attesa  di  quando  mi  rispediranno  in

                battaglia. Non voglio morire, maledizione. Non voglio tornare
                in battaglia. Sono così giovane, e ho tanto tempo da vivere, e
                non  si  viene  al  mondo  per  morire  a  vent’anni  alla  guerra.  Si

                viene al mondo per morire in un letto, quando si è vecchi. Non
                me  ne  importa  più  un  corno  di  questa  guerra,  incomincio  a

                                                                                   a
                pensarla  come  mio  fratello  che  era  nella  173   airborne  ed  è
                rimasto ferito e dice: è una stupida inutile guerra. Molti di noi

                non sanno neppure perché sono qui, non capiscono un corno di
                queste  faccende  politiche,  vengono  direttamente  dai  banchi  di

                scuola  e  si  chiedono:  perché?  Gli  rispondono:  sei  qui  a
                combattere  per  il  tuo  paese.  Replicano:  ma  il  mio  paese  è

                laggiù, non è qui. Sono bambini, dovrebbero essere a scuola, e li
                odiano tutti perché sono qui. Ci odiano anche se moriamo, ecco

                la  verità.»  «Bobby,  credi  che  gli  americani  vinceranno  questa
                guerra?»  «Non  lo  so.  Vincere  una  guerra  vuol  dire  vincere  il
                cuore della gente, e il cuore di questa gente non lo vinceremo

                mai.  Sono  buoni  soldati,  i  vietnamiti.  Hanno  già  cacciato  i
                francesi  e  conoscono  il  loro  terreno  come  noi  non  lo

                conosceremo  mai  e  a  loro  non  importa  di  morire.  Gli  butti
                addosso quintali di bombe, di napalm, li bruci col lanciafiamme:
                e sembran risorgere dalle loro ceneri. Per ogni nostro morto ne

                muore  venti  dei  loro,  eppure  quando  vai  all’assalto  di  una
                collina ne trovi di nuovi, di nuovi, e son tanti. Voglio tornare a

                casa.  Che  i  governanti  sistemino  i  loro  litigi  con  un  altro
                sistema,  non  col  sangue  degli  uomini.  Non  col  mio  sangue.

                Perché, tanto, a chi importa se muoio?»
                    È proprio una bella giornata, con questi alberi verdi e questo

                fiume pulito. Un  gruppo di  bambini vietnamiti  viene verso  di
                noi, cantando sotto i cappelli a pagoda. Ma gli occhi azzurri di
                Bobby son colmi di lacrime e non vedono gli alberi verdi né il

                fiume  pulito  né  i  bambini  che  cantano  sotto  il  cappello  a
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