Page 313 - Oriana Fallaci - 1968
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cullando la palla come se fosse un bambino: affettuosamente. E
le sorrideva con la gran bocca quasi priva di denti:
benignamente. Grazie al professor Banerjee, che mi faceva da
interprete, gli ho subito posto questa domanda brutale: era
incinto? Ma lui ha risposto di no, e ha spiegato che dentro la
palla non c’era un bambino: c’era aria e basta. Accadde sei anni
fa, quando era solito farsi seppellir vivo e restar sottoterra per
quaranta giorni ogni volta. In onor della dea. Senza respirare,
sai, murato vivo dentro uno spazio grande come un orcio.
Anche quella è una pratica yoga, molto diffusa, e a cosa serve
non so: ma credo per dimostrare che il corpo non conta nulla e il
corpo fa quel che vuole lo spirito. Roba così. All’ora giusta del
quarantesimo giorno, lo disseppellivano: e lui tornava vivo.
Però sei anni fa successe il disastro. Il discepolo che doveva
dissotterrarlo non s’era accorto che il suo orologio era rotto:
trascorse mezz’ora che non doveva trascorrere e lo stomaco di
Shanti Baba scoppiò. Come una bomba. Per via dell’aria che lui
ci tratteneva. Shanti Baba non morì per miracolo perché i
medici lo ricucirono bene: ma gran parte dell’aria restò, di qui la
palla. Intendiamoci: questo lo dice lui, io non ci credo. Non
credo nemmeno che si nutra solo di latte, come m’ha raccontato,
e che ogni notte si alzi alle tre per gettarsi nel Gange, come ha
aggiunto. Non credo infine che stia lì senza far nulla per rendere
omaggio alla dea. A mio parere sta lì perché non ha voglia di
lavorare: stessa cosa dei vagabondi che gli stanno intorno. Ma
non me ne importa perché dopo tali discorsi m’ha dato una
notizia esaltante: non solo compie miracoli ma ne avrebbe
compiuti per me. Onde convincermi sulla forza dello spirito.
Ecco perché sono felice, perché il mio cuore batte come per un
amore improvviso. Caro Shanti Baba! È finita la mia ricerca, ho
trovato ciò che cercavo, m’invade una gran pace. Non mi
spaventa neanche il mistero di ciò che vedrò, lo choc che forse
ne avrò. Pensa quante persone vorrebbero trovarsi al mio posto,
dire un giorno: io ho visto un miracolo. Il Sapere di migliaia e
migliaia di anni, della storia stessa dell’Uomo è lì: chiuso a