Page 296 - Oriana Fallaci - 1968
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segretario, Ravi Shankar fosse venuto in persona. Glielo ha
perfino spiegato, con tatto. Purtroppo il segretario ha risposto
che era impossibile e se n’è andato: senza toccare cibo. Siamo
rimasti soli a far l’intervista.
INTERVISTA COL MAHARISHI. La trascrivo così, pari pari. Non
ho tempo per abbellirla. È un sacrificio già abbastanza grosso
riudir la sua voce perché mi riporta ai terrori dell’infanzia:
quando al cinema ascoltavo la strega di Biancaneve e i sette
nani. Così gracchiante, orrenda. Per non dire della risata,
descritta in principio. Io non so perché Sua Santità rida tanto.
Gli poni una domanda e ride. Ti dà una risposta e ride. Ride
sempre, per nulla, e non capisci mai se ciò accada perché è
davvero felice o perché ti prende in giro. Tuttavia non gli manca
una certa sincerità. E, diciamo pure, una notevole intelligenza.
ORIANA FALLACI: Non vorrei sembrare irrispettosa, Maharishi.
Ma lei si considera proprio un sant’uomo?
MAHARISHI MAHESH YOGI: Non ho mai detto di esserlo, è la
gente che mi definisce così. Non ho mai detto neppure d’essere
senza peccato perché non sono sicuro che esista il peccato: è il
cristianesimo che ha inventato e poi enfatizzato l’idea del
peccato. Quelli che credono nel peccato non mi amano affatto, e
magari mi odiano. Dicono che sono un monaco falso, un
bugiardo, un ipocrita, e mi accusano perché vo in aeroplano, in
albergo, nei bei posti eccetera. Se non ci vado, come fo a
predicare la meditazione trascendentale? E come dovrei andarci,
sul dorso di un mulo? Questa è un’era scientifica, mi avvalgo
delle cose scientifiche. (Risata.)
Non vorrei apparire di nuovo irrispettosa, Maharishi. Ma il
cristianesimo ha conquistato il mondo senza alberghi e senza
aeroplani. Comunque, ciò che le viene rimproverato non è
questo: è il fatto che lei esige denaro.