Page 291 - Oriana Fallaci - 1968
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Disneyland aveva sentito parlare del Maharishi: e glielo disse.
                Allora  Tom  Slick  invitò  il  Maharishi  in  America.  L’incontro

                avvenne a Los Angeles: il Maharishi non aveva con sé che la
                sua pelle di capretto e la sua padronanza della lingua inglese.

                L’una e l’altra piacquero talmente a Tom Slick che gli presentò
                subito un’altra miliardaria: Doris Duke. Era un periodo di crisi
                per  Doris  Duke:  essa  stava  perdendo  la  giovinezza.  Ormoni,

                chirurghi, estetisti non le servivano a nulla ma il Maharishi le
                disse che per restare sempre giovane e bella il metodo c’era: la

                meditazione trascendentale. Pazza di gioia, Doris Duke gli dette
                novantamila  dollari.  E  con  quelli  il  Maharishi  diventò  il

                Maharishi.


                TERZO GIORNO. Scrivo queste note dopo essere tornata a Delhi

                da  Chandigarh,  capitale  del  Punjab,  col  Maharishi.  Sei  ore  di
                viaggio notturno, schiacciata fra Charlie e l’autista, affinché il

                Maharishi  potesse  dormire  disteso  sul  sedile  posteriore.
                All’inizio ci eravamo messi così: Charlie e l’autista davanti, io e

                il  Maharishi  dietro.  Soluzione  giusta,  considerato  che
                l’automobile la pagavo io: seicento rupie pari a quarantottomila
                lire  italiane.  E  che  il  Maharishi  era  mio  ospite.  Lo  avevo

                ospitato per far l’intervista, anche approfittando del fatto che il
                Maharishi non dorme mai: dice Charlie che due ore di sonno su

                ventiquattro gli bastano, grazie alla meditazione trascendentale.
                Be’,  non  gli  bastano  affatto.  Eravamo  appena  partiti  da
                Chandigarh che il Grande Saggio s’è messo a sbadigliare, poi a

                dire  che  aveva  sonno  ma  io  gli  davo  noia,  e  Charlie  m’ha
                convinta  a  passare  davanti.  Sembrava  che  fosse  solo  per  un

                poco. Invece macché. Il Grande Saggio ha continuato a russare
                fino alle porte di Delhi e non c’è stato verso di tornare al mio

                posto. Sono imbestialita. Tanto più che la sua gita nel Punjab
                non mi convince per niente. Avessi visto. Nel cortile del palazzo

                governativo era stata innalzata una immensa tenda sotto cui si
                ammassavano cinquecento impiegati statali. Sul podio c’erano i
                ministri, il Grande Saggio, e quattro monaci del suo santuario:
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