Page 300 - Oriana Fallaci - 1968
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Ma che diavolo dice, Santità?!?
Questo dico. (Risata.)
Di che ride, Santità?
Di tutto. (Risata.)
Per esempio?
Del fatto che lei mi ritiene sciocco, o cattivo. Se sono buono o
cattivo non lo so: certamente vi sono persone migliori di me.
Ma a me non interessa essere buono perché non interessano i
sentimenti come l’odio e l’amore. Essi sono radici di sofferenza
e io ho eliminato in me le radici della sofferenza. Insegno la
felicità per saggezza, per gusto dell’armonia, non per amore. A
me non interessa sentire, interessa pensare.
Senta un po’, Maharishi. Ma lei ha mai amato nessuno?
Una persona sola: il mio maestro Shankaracharya Swami
Brahmananda Saraswati. Appassionatamente. Per tredici anni,
tanti rimasi con lui. M’ero completamente arreso a lui, i nostri
pensieri battevano all’unisono. Il che rendeva il nostro amore
logico e armonioso, non la reciproca guerra che mi raccontano
sia l’amore per gli altri. Così, morto il mio maestro, io eliminai
l’amore dalla mia vita e mi concentrai sul pensiero. Da allora io
non posso amare, posso solo meditare e insegnare. Ma non
insegnerò molto a lungo. Dieci anni è lo spazio di tempo che
fissai uscendo dalla caverna. A dicembre i dieci anni scadono e
io mi ritiro.
Nella caverna?
Non ci penso neanche. Gliel’ho detto che a me piacciono le
comodità. Posso ritirarmi nel mio santuario, non so, e un po’ per