Page 265 - Oriana Fallaci - 1968
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Povero Sirhan. Chiunque lo avrebbe compreso se avesse finito
                col mischiarsi ai vagabondi, agli hippy, o a quei mascalzoni che

                indossano  solo  camicie  con  la  croce  uncinata  e  ci  rompono  i
                timpani con gli scappamenti delle motociclette».

                    Chi  gli  dette  lavoro  ne  descrive  la  puntualità,  l’onestà,  la
                disciplina, e indugia con sincera ammirazione a spiegare come
                facesse  bene  qualsiasi  mestiere:  sia  che  allenasse  e  pulisse

                cavalli  al  ranch  Grania  Vista  del  Rio,  sia  che  aggiustasse
                automobili  in  un  garage  di  Foothill  Boulevard,  sia  che

                controllasse  un  negozio  di  alimentari  in  Lake  Avenue:
                «Imparava  velocemente  ogni  cosa  non  solo  perché  era

                intelligente,  ma  perché  aveva  buona  volontà.  Io  gli  avrei
                affidato la cassa». Un personaggio semplice, insomma: innocuo,

                garbato, sfuocato. Un Mister Babbitt degli anni Sessanta: privo
                di stravaganze, di ribellioni. L’unica sua debolezza era l’amore
                per  i  cavalli:  sognava  di  fare  il  fantino  e  puntava  alle  corse.

                Nelle interviste che seguono, avvenute durante la mia inchiesta
                a  Los  Angeles,  questo  ritratto  di  Sirhan  Bishara  Sirhan  balza

                fuori  con  una  evidenza  perfino  sconcertante.  È  il  ritratto  che,
                subito dopo l’arresto, fornì la polizia.

                    Proprio qui a Pasadena, però, ho incontrato qualcuno che la
                polizia  non  ha  mai  interrogato.  E  questo  qualcuno  è  John

                Weidner, eroe della Resistenza in Olanda, che durante l’ultima
                guerra mondiale mise in salvo più di mille ebrei: per questo i
                tedeschi gli ammazzarono una sorella, gli alleati gli dettero sei o

                sette  medaglie,  un  texano  scrisse  su  lui  un  libro,  Flee  the
                Captor, ormai tradotto in un mucchio di lingue.

                    A  Los  Angeles,  dove  emigrò  circa  nove  anni  fa,  Weidner
                possiede tre negozi di alimentari chiamati Health Food Shops e
                in uno di questi negozi impiegò per cinque mesi, fino al marzo

                scorso,  Sirhan  Bishara  Sirhan.  Era  forse  la  prima  volta  che
                Sirhan  incontrava  una  persona  che  avesse  qualcosa  da

                raccontargli,  da  dirgli.  E  tra  i  due  uomini  nacque  qualcosa  di
                simile a una amicizia: alimentata dal fatto che Weidner è uomo

                paziente,  religiosissimo,  e  sempre  pronto  ad  aiutare  una
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