Page 20 - Oriana Fallaci - 1968
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Le mangiamo insieme, seduti sul tronco di un castagno. «Larry,
                ma è vero che sei volontario?» «Cosa vuole, eran tre anni che il

                Vietnam  incombeva  su  me,  alla  fine  mi  dissi:  meglio  andar
                volontario, o la va o la spacca, se va e se ritorno mi becco un

                congedo di centocinquanta dollari al mese. Mi pentii subito di
                aver  fatto  quello  che  avevo  fatto.  Ma  ormai  lo  avevo  fatto.  I

                miei  genitori  si  arrabbiarono  molto,  la  mamma  piangeva.  Mi
                sembra un secolo, e fu solo tre mesi fa. Tre. Ho ancora nove

                mesi da passare qui. Lei crede che ce la farò? A volte ho paura
                di no. E prego, sa, non faccio che pregare. Prego anche quando
                non ho tempo,  per esempio  quando vado  all’assalto, dico  alla

                svelta: Dio non farmi morire.» Poi dal recinto arriva una voce:
                «Dico, Larry, vuoi riprenderti questo fetentissimo aggeggio?».

                E  Larry  se  ne  va,  masticando  le  caramelle  di  zia  Dolores,  a
                sparar colpi che ammazzeranno un ragazzo come lui. Quello che
                l’ha  chiamato  si  avvicina  e  sorride:  «Lei  è  italiana,  vero?

                Anch’io».  Si  chiama  George  Mazzarella,  figlio  unico  di
                Giacinto e Irene Mazzarella che nel 1926 lasciarono Napoli per

                emigrare  a  New  York.  Ha  ventiquattr’anni,  è  meccanico,  era
                sposato da un mese quando lo mandarono qui. E il giorno prima

                dell’attacco ricevette una lettera dove la moglie diceva d’essere
                incinta.  «Così  andai  all’attacco  come  in  stato  di  ubriachezza.

                Era la prima volta che andavo all’attacco e lei m’aveva scritto
                d’essere incinta. Avevo paura, mi tenevo vicino a Bob. Bob era
                il  mio  amico.  Eravamo  partiti  insieme  e  stavamo  sempre

                insieme  perché  lui  era  un  tipo  zitto  e  io  sono  un  tipo  che
                chiacchiera: si legava come due innamorati. Poi il razzo arrivò.

                Lo vidi arrivare e mi si seccò la gola, non riuscii a dirlo a Bob.
                Mi buttai in terra e nel momento in cui mi buttai in terra rividi

                tutta la mia vita, come un film, rividi mia madre e mio padre e i
                giorni di scuola e mia moglie nel letto, tutto insieme. E mentre

                vedevo questo vidi Bob scoppiare. Letteralmente scoppiare. In
                due, lo giuro, tagliato nel mezzo. Lo vidi morire ed era la prima
                volta che vedevo un uomo morire e quell’uomo era Bob. Gridai:

                Bob!  E  poi,  che  Dio  mi  perdoni,  non  l’ho  ancora  detto  a
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