Page 19 - Oriana Fallaci - 1968
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anziché sui nordvietnamiti la bomba è caduta sul perimetro
degli americani. Era una bomba da trecento chili, ha fatto un
massacro.
Be’, per dirmi questo Pip ha indugiato un po’ troppo e
l’elicottero su cui dovevamo salire è partito. Dobbiamo
attenderne un altro e, quando arriverà, ci diranno: «Chi di voi
tre porta bene? L’elicottero che avete perduto è precipitato per
una raffica di mitra alla pala».
«Sono andato volontario, poi me ne pentii subito»
MARTEDÌ MEZZOGIORNO. Ci si abitua a tutto, anche a non
stupirsi perché la morte t’è passata accanto senza vederti. Ci si
abitua a saltare sull’elicottero che non ha nemmeno una cintura
alla quale legarti sicché quando vira devi stringere forte un
appiglio sennò scivoli giù. Ci si abitua a volare rasente i boschi
da cui i vietcong sparano. Ci si abitua ad affacciarsi mentre il
mitragliere risponde al fuoco. Ci si abitua a non battere ciglio
dinanzi alla desolazione, l’orrore. Non sono rimasti che
mozziconi anneriti di alberi su questa collina. Si levano contro il
cielo in mille schegge che sembrano dita tese a chieder pietà e
intorno a essi vedi solo buche, voragini, trincee, bunker coperti
da sacchi di sabbia, uomini dall’espressione sbalordita, il passo
incerto. Ci siamo calati nel punto dov’è appostata l’artiglieria.
Nel recinto dei mortai stanno tre ragazzini vestiti da soldato.
Quello che infila gli obici ha due occhi tristi che spaccano il
cuore. «Larry, ti ho portato un pacco» gli dice Pip. «Vengo
subito» risponde Larry. Infila un’altra granata nella bocca del
mortaio, si inginocchia appoggiando la testa bionda alla canna
e: «3048, uno-due, fuoco!». «Larry!» insiste Pip. «Un
momento» dice Larry «3049, uno-due, fuoco!» Poi cede il posto
a un altro e prende il pacco che viene dalla zia Dolores di
Kansas City e contiene pop-corn, burro di noccioline, torroni
ma soprattutto caramelle perché a Larry piacciono le caramelle.