Page 184 - Oriana Fallaci - 1968
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storia non mi piace affatto. Perché i primi a rimetterci siamo noi
                lavoratori,  mica  i  portoghesi.  Al  massimo  loro  perdono  i

                privilegi, noi si perde il pane. Quando c’era il turismo a Macao
                si  viveva  bene:  camerieri,  tassisti,  bottegai.  Da  quando  i

                comunisti  son  saliti  al  potere,  si  fa  tutti  la  fame.  A  me  i
                comunisti non dispiacevano mica, però poi mi accorsi che i capi
                comunisti  sono  ricchissimi  e  mi  passò  la  voglia  di  stare  con

                loro. Lo sa chi è il capo rosso a Macao? È Ho Yin, un capitalista
                che commercia in oro, ha il monopolio delle navi e dei casini da

                gioco, e i suoi figli li manda a studiare in una scuola cattolica.
                Del  resto  suo  fratello  è  Stanley  Ho  che  ha  preso  un  nome

                inglese ed è vicepresidente di una banca inglese a Hong Kong.
                Quanto  al  capo  dei  lavoratori  è  Leon  Pui.  Un  falegname  che

                lavorava per Ho Yin e da quando è diventato capo dei lavoratori
                non fa né il falegname né altro, e ha un mucchio di soldi, e si dà
                un mucchio di arie.

                    E  poi  ci  sono  i  ragazzi,  insomma  le  guardie  rosse.  Ma  le
                sembra una cosa seria che un’isola sia comandata da ragazzi?

                Mai  sentito  dire.  I  ragazzi  devono  andare  a  scuola,  le  pare?
                Invece non ci vanno e passano il tempo a terrorizzare i grandi. I

                soli  adulti  con  cui  vanno  d’accordo  sono  le  vecchie  della
                Federazione  comunista  femminile.  Quelle  vecchie  non  fanno

                che  andare  nei  posti  a  sventolare  i  libretti  di  Mao  invece  di
                pulire  la  casa  e  far  da  mangiare  ai  mariti.  Però  ad  attaccare  i
                manifesti non ce la fanno perché hanno paura a salir sulle scale,

                e  così  chiamano  i  ragazzi.  È  una  gran  confusione,  non  ci  si
                capisce più nulla, meno male che i miei figli per ora vanno a

                scuola. Uno s’era iscritto alla scuola comunista ma è venuto via
                perché  dice  che  non  studiano  nulla:  solo  ginnastica,  ballare,
                cantare, e recitare i pensieri di Mao. Intendiamoci, la Cina non

                ne ha colpa. Io ho sentito dire che Pechino vuole la pace per
                ristabilire buoni rapporti commerciali con Hong Kong. Certo, se

                la  pace  non  viene,  questo  bordello  succede  anche  ad  Hong
                Kong.
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