Page 181 - Oriana Fallaci - 1968
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comunisti adulti ce la fanno a calmarli. I comunisti adulti se ne
                sono accorti che Macao va in rovina, e vorrebbero ristabilire un

                po’ di buonsenso: ma temono di passare da revisionisti. Quanto
                al  governatore,  sta  lì  come  un  ritratto  dipinto  a  olio:  non  osa

                nemmeno respirare. È difficile mostrarsi grand’uomini quando
                ci  si  è  fatti  umiliare.  Sicché  qualsiasi  cosa  chiedano  quei
                ragazzini, il governo scodinzola. La Cina, capisce, è a due passi:

                quel monte lì. Però guardi: io escludo che la rivolta di novembre
                sia stata ordinata dalla Cina. Con il caos che c’è in Cina, basta

                ascoltare la radio cinese, contrordini, ordini, non si capisce più
                chi  comanda,  con  quel  caos  lì  figurati  se  perdono  tempo  a

                Macao. Quelli di novembre erano semplicemente cinesi che si
                ricordavano d’esser cinesi: comunisti perché il comunismo qui è

                lo strumento della loro xenofobia.
                    Bisogna         capirli,      alla     base       hanno       ragione.        Sono
                quattrocent’anni che i bianchi li pestano, li trattano male: alla

                fine  si  sono  stufati  e  al  primo  pretesto  hanno  fatto  una
                casamicciola.  Perché  sa:  su  quella  scuola  da  rifare  avevan

                ragione.  Cadeva  a  pezzi,  cadeva.  Però  ora  non  c’è  più  legge,
                non c’è più nulla. E il risultato è lo squallore che vede: i turisti

                non vengono più e i casini da gioco non guadagnano un soldo
                perché  i  cinesi  cosa  vuole  che  puntino?  Mezza  lira.  C’è  la

                disoccupazione,  il  denaro  non  circola.  E  a  parte  un  poco  di
                pesce, l’unica fonte dei soldi a Macao era il turismo. Oddio, la
                droga  anche:  però  quella  è  un  commercio  di  pochi.  Ora

                vogliono chiudere le scuole cattoliche. Ma la Chiesa non è mica
                il  governo!  Il  vescovo  non  è  mica  il  governatore!  È  un  duro,

                monsignor Tavares, non cede neanche se l’ammazzano. Quanto
                a me, cosa vuole, per queste cose ci son già passato. In Cina son
                stato due anni sotto i comunisti. Quando vennero a prendermi

                per  il  processo  credevo  che  mi  fucilassero:  così  andai  al
                Santissimo,  gli  dissi  scusa  Santissimo,  e  bevvi  la  bottiglia  di

                vino  per  dire  la  messa.  Al  processo  ero  così  ciucco  che  mi
                lasciarono andare. Perché l’è questo il guaio: non ti picchiano

                mica,  non  ti  ammazzano  mica.  Ti  fanno  impazzire  coi  loro
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