Page 182 - Oriana Fallaci - 1968
P. 182
rumori e coi loro ideogrammi.
Il calvario del console: letture di Mao dalle 9 alle 19
BILL MAC COY. L’episodio più grave fu quello di maggio,
contro il console inglese: Norman Ions. Naturalmente il console
inglese non aveva niente a che fare col governo portoghese ma
c’erano stati i tumulti di Hong Kong e le guardie rosse decisero
di dimostrare contro il console inglese per appoggiare i fratelli
di Hong Kong, irruppero nella sua palazzina e gli presentarono
una domanda irrazionale: costringere il governo inglese di Hong
Kong a chiedere scusa. Il signor Ions tentò di spiegare che egli
era solo un funzionario minore, la sua autorità si limitava a
concedere visti ai cittadini di Macao. Ma costoro eran fanciulli,
non potevan capire. Tirarono fuori i libretti rossi e per tre ore
continuarono a leggere in coro i pensieri di Mao. In cinese.
Il giorno dopo tornarono, e il giorno dopo ancora: l’intera
faccenda durò una settimana e mezzo, cioè fino a quando il
signor Ions partì. Si presentavano a gruppi di dieci persone
ciascuno, allineati in file di cinque persone ciascuna. A volte ce
n’eran sessanta, a volte ottanta, a volte si portavano dietro i
rappresentanti dei sindacati e alcuni membri della Federazione
comunista. Ma in sostanza erano ragazzi. Disciplinatissimi.
Giungevano al mattino verso le nove, invadevano l’ufficio del
signor Ions e a turni pronunciavano discorsi spiegando le
atrocità britanniche e la grandezza di Mao. Poi, in coro,
riprendevano a leggere i pensieri di Mao. A volte in inglese, più
spesso in cinese. Il signor Ions da principio tentò di continuare
le proprie faccende, lasciandoli dire, ma al quarto giorno glielo
impedirono. L’incubo si interrompeva soltanto verso l’una
quando il signor Ions si alzava e diceva: «Apprezzo moltissimo
la vostra presenza ma ora devo interrompervi per fare
colazione». Loro si inchinavano e lo lasciavano libero, poi
tornavano verso le tre. Tra l’una e le tre, tuttavia, si dedicavano