Page 189 - Oriana Fallaci - 1968
P. 189

esclusivamente a portare in licenza i militari del Vietnam, però
                gli  americani  sono  i  nostri  migliori  alleati  e  non  ce  ne

                scordiamo.  La  questione  da  giudicare  è  se  i  soldati  americani
                che oggi muoiono in Vietnam sarebbero disposti a morire anche

                per Hong Kong.
                    Non  so  cosa  concludere.  Tutto  è  così  enigmatico  qui,  così
                illogico:  non  permette  alcuna  analisi  scientifica.  E  noi  inglesi

                abbiamo  solo  due  scelte:  o  restiamo  a  Hong  Kong  e  la
                governiamo nel modo che ci par giusto, o ce ne andiamo. Non

                esistono vie di mezzo: così, o nulla. Noi inglesi non accetteremo
                mai  di  chinare  la  testa  come  i  portoghesi  di  Macao,  non  ci

                faremo mai spingere giù in fondo al mare. Se cediamo, cediamo
                per far le valigie. Ma per ora non ne abbiamo voglia.



                Il  signor  Fey  I  Minh  è  il  comunista  più  importante  di  Hong
                Kong.  Fa  parte  del  Comitato  centrale  del  partito  a  Pechino,

                possiede e dirige il «Ta Kung Pao»: il quotidiano comunista più
                venduto nella colonia. Va e viene dalla Cina allo stesso modo in

                cui  noi  andiamo  e  veniamo  dalla  nostra  camera,  ogni
                dichiarazione  comunista  su  Hong  Kong  viene  vagliata  o
                autorizzata da lui. Interviste non ne ha mai date e così desidera

                che questa non venga considerata come una intervista ma come
                un  garbato  scambio  di  idee  dinanzi  a  una  tazza  di  tè.  Tale

                scambio  di  idee  è  avvenuto  in  una  bella  sala  del  «Ta  Kung
                Pao»:  fra  pitture  rare,  ricami  squisiti,  eleganti  cartelli  coi
                pensieri  di  Mao.  La  collezione  di  porcellane  e  di  giade

                «purtroppo  era  stata  rimossa  nei  giorni  del  tumulto».  Un
                domestico con l’uniforme blu, distintivo di Mao all’occhiello,

                provvedeva a versarci il tè dentro splendide tazze. E i suoi gesti
                erano  timorosi,  ossequiosi,  perché  il  signor  Fey  I  Minh  è

                esigentissimo in fatto di tè, può berlo solo se è fatto con acqua
                di fonte che va presa a una certa sorgente di una certa collina:

                ogni  giorno,  su  quella  collina,  ci  manda  un  compagno  col
                fiasco. Il signor Fey I Minh è uomo di una sofistication inaudita:
                accanto a lui chiunque si sente un barbaro incolto. Veste meglio
   184   185   186   187   188   189   190   191   192   193   194