Page 192 - Oriana Fallaci - 1968
P. 192
rivoluzione. La massa, si sa, è sempre amorfa e cangiante. Ma
nella sostanza innocente. Tempo al tempo, Mademoiselle!
Tempo al tempo! E intanto, piena libertà d’azione ai giovani.
Compresa la libertà di gettare qualche bombetta. Che vuole, non
possiamo mica dirgli: non fatelo! Le bombe, Mademoiselle!
Cosette da scolari. Non accelerano la lotta e non la ritardano.
Tutt’al più servono a tenerla viva. Perché non crederà mica che
la grande Cina di Mao si contenti di qualche bombetta lasciata
su un marciapiede?
Padre Melis è un giovane sacerdote italiano che vive a Hong
Kong dopo essere stato non pochi anni in Cina. Nato in
Sardegna, il suo sogno era di fare il missionario laggiù. Partito a
poco più di vent’anni, riuscì in parte a esaudire quel sogno. Poi
gli toccò venir via. Padre Melis parla e scrive il mandarino
come un cinese colto. Questa sapienza gli serve per ascoltare
ventiquattr’ore su ventiquattro le stazioni cinesi, e trascrivere
ciò che ascolta. Il suo studio in Robinson Road è un piccolo
arsenale di apparecchi radio, apparecchi di registrazione. La sua
biblioteca contiene centinaia di volumi che raccolgono le notizie
messe insieme, per anni, così. Con quelle notizie pubblica un
settimanale assai serio, «China News Analysis».
Lo aiutano altri due sacerdoti che parlano il mandarino ed è
una delle poche persone che sappiano, al di qua della Cina, cosa
accade in Cina. Certo la CIA è meno informata di lui. Padre
Melis è anche un attento osservatore del dramma di Hong Kong.
Quel che dice non è mai azzardato e mai incerto. Parla con voce
dolcissima, tra un balenare di begli occhi sul volto virile.
PADRE MELIS. Nessuno può rispondere alla sua domanda,
quanto durerà Hong Kong. La colonia di Hong Kong non
dipende né dalla politica internazionale né dall’atteggiamento
degli inglesi: ma dagli avvenimenti politici in Cina. Dall’ascolto
della radio cinese concludo che in Cina regna un caos senza
annunci di schiarite. Ma coi cinesi non si sa mai: quel caos può