Page 195 - Oriana Fallaci - 1968
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Hong Kong senza la statuina di Mao. In quei giorni non si
sapeva come sarebbe andata a finire e loro, per non stare né con
Dio né col diavolo, si compravano Mao. I cinesi, sa, pensano
sempre al futuro.
La signora Elliott è uno dei personaggi più noti e discussi di
Hong Kong, i cinesi la adorano nella misura in cui il governo la
odia, malgrado sia inglese: è l’inglese più inglese che possiate
incontrare quaggiù. La signora Elliott vive a Hong Kong da
sedici anni e insegna in una scuola anglocinese di Kowloon.
Prima faceva la missionaria in Cina: andò in Cina a poco più di
vent’anni, insiemi al marito. La signora Elliott è una donna assai
inconsueta. Quando, nel 1950, i missionari furono invitati ad
andarsene, lei salutò a questo modo il sindaco di Nanchino:
«Peccato, perché penso che in Cina non si sia mai stati così
bene. Certo, capisco che non ci vogliate più: vi abbiamo
sfruttato tanto». Da tale episodio, e dalla passione che mette nel
difendere i cinesi contro gli inglesi, le viene spesso l’accusa di
comunismo. Ma non è più comunista di quanto lo sia un
sacerdote del Vaticano. La signora Elliott è una dolce signora
dai capelli grigi e gli occhi celesti. Parla con un filo di voce,
piegando la testa in un gesto colmo di mitezza, e a guardarla
parrebbe impossibile che un tipo così spaventi il governatorato
più di diecimila cinesi inferociti.
ELSIE ELLIOTT. È molto difficile essere inglesi a Hong Kong
perché a Hong Kong ci si vergogna a essere inglesi. La gente,
quando parla degli inglesi, pensa a Londra, alla libertà, alla
democrazia, al laburismo, e non si rende conto che a certe cose
gli inglesi credono in patria, non qui. Qui si comportano come si
comportavano in India al tempo della regina Vittoria: è il
colonialismo più antiquato, più cupo, così cupo che vorresti
esser nata sotto un’altra bandiera. Qui le leggi che regolano gli
inglesi in patria sono sconosciute, gli abusi sono normalità. Sa
cosa accade quando una bomba viene trovata per strada? La