Page 197 - Oriana Fallaci - 1968
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che schiaccia i cinesi di Hong Kong. Un operaio cinese a Hong
Kong lavora un minimo di dodici ore al giorno, spesso
quattordici: compresa la domenica. Di vacanze ha solo tre giorni
all’anno; quelli per il Nuovo anno cinese. Se si ammala, viene
licenziato. Se si ferisce sul lavoro, non ha alcun indennizzo. Se
chiede un giorno di libertà perché la moglie ha partorito o la
mamma sta morendo lo denunciano come un criminale. E la sua
paga raggiunge un massimo di 150 dollari al mese, circa
quindicimila lire italiane. È inconcepibile in un mondo che parla
di democrazia e libertà. I più arrabbiati sono i giovani. Essi non
hanno la rassegnazione dei padri, quella docilità che viene da
secoli di schiavitù. Sono nati in un’era che chiacchiera di
democrazia e libertà: pretendono queste cose anche per sé.
Senza paura. I loro genitori hanno paura: in generale sono
fuggiti dalla Cina e per farli star buoni basta minacciarli di
espulsione da Hong Kong, rinvio in Cina. Ma i giovani sono più
che disposti a tornare in Cina: non hanno visto la guerra civile e
alla Cina guardano come alla vera patria. Supponga che un
poliziotto li arresti e per ricattarli li induca a firmare una
menzogna: «Dichiaro di non essere nato a Hong Kong e di poter
esser perciò rinviato a Canton». Firmano senza batter ciglio. I
guai succedono quando, invece di minacciare la deportazione in
Cina, i poliziotti minacciano la deportazione a Formosa.
Io conosco i giovani perché sono sempre con loro e parlo
cinese. La mortificazione che soffrono è pari al loro bisogno di
esplodere in violenza. Come potrebbe accadere altrimenti
quando si vedono gettare in galera a soli tredici, quattordici
anni? E sotto la semplice accusa d’essere «impertinenti»? Si è
impertinenti ad esempio quando si alza il seguente cartello:
«Uccidere e picchiare la gente non è forse delitto? Che giustizia
è la giustizia inglese?». Tre dei miei scolari sono stati
condannati per questo. Be’, il governo dice che a fabbricare le
bombe sono gli scolari. Può darsi. Ma l’unica prova che ha il
governo è una bomba scoppiata in una scuola comunista. E chi
mi dice che non sia stata la polizia a sistemar quella bomba per