Page 201 - Oriana Fallaci - 1968
P. 201

e  indossava  un  bel  vestito  nerofumo,  con  una  bella  cravatta
                nerofumo  anche  quella,  di  maglia  le  parve,  e  una  camicia

                candida  dal  colletto  stirato.  Il  volto  era  sano,  austero,  con  la
                vaga  abbronzatura  di  chi  sta  all’aria  aperta,  e  accuratamente

                sbarbato. I capelli folti, con qualche filo grigio ma scuri, erano
                tagliati bene e pettinati all’indietro. Insomma sembrava proprio
                un  signore  e  forse  lo  era.  «Posso  avere  una  camera?»  chiese,

                educato.
                    Senza perdere l’espressione cordiale, anzi sorridendo per la

                prima volta in chissà quanti anni, Bessie Brewer tolse la catena
                e lo fece entrare.

                    Quando l’uomo fu dentro le venne spontaneo pensare: non è
                mica  brutto.  Infatti  era  alto,  all’incirca  sei  piedi  come  suo

                marito,  forte  ma  snello  e  con  lineamenti  molto  interessanti.
                Colpiva ad esempio per il naso lungo, stretto, appuntito come il
                becco di un uccello, le labbra ferme e sottili, il mento sporgente,

                imperioso,  quadrato.  «Sì,  una  camera,  certo»  rispose  Bessie
                Brewer  e,  svelta,  raddoppiò  la  cifra:  «Dieci  dollari  la

                settimana».
                    «Benissimo» annuì l’uomo. Parlava con accento del Sud, ma

                non  proprio  l’accento  di  Memphis.  Bessie  Brewer  prese  il
                mazzo delle chiavi e condusse l’uomo giù per le scale, poi verso

                il fetido corridoio dove si allineano le stanze.
                    Era un po’ preoccupata per la reazione che lui avrebbe avuto
                dinanzi a quel sudiciume, quel puzzo: sicché aprì la porta della

                stanza migliore, la numero 8, che guarda proprio su South Main
                Street. «C’è anche una piccola cucina col frigorifero» si affrettò

                a dire. Ma l’uomo, senza guardare né la cucina né il frigorifero
                né  altro,  si  diresse  verso  la  finestra,  da  cui  non  si  vedeva  il
                Motel  Lorraine:  il  motel  sta  dalla  parte  opposta,  su  Mulberry

                Street. Scosse il capo, disse: «No, no, questa è troppo bella. E
                della  cucina  non  ne  ho  bisogno,  mi  basta  una  camera  per

                dormire. Non ne ha una con la finestra a Nord?». Bessie Brewer
                rispose che c’era la numero 5, certo non la stanza migliore. Poi

                lo precedette di nuovo lungo il corridoio e spalancò l’uscio di
   196   197   198   199   200   201   202   203   204   205   206