Page 206 - Oriana Fallaci - 1968
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voglio  che  sappiate,  stasera,  che  se  io  non  ci  arrivo,  voi  ci
                arriverete  lo  stesso.»  «Oh,  Mart…»  protestò  Andrew  Young.

                Subito dopo la cameriera entrò con le birre.
                    Dalla finestra della camera numero 5, l’uomo vide entrare la

                cameriera con le birre. La sua posizione era scomoda perché da
                questa  finestra  doveva  sporgersi  molto,  poi  girare  il  corpo  di
                quarantacinque  gradi.  Però  usava  i  binocoli  e  non  perdeva  un

                particolare, una mossa: ecco Martin Luther King che si versa la
                birra, ecco l’altro che gli porge una sigaretta e gliela accende…

                ecco il gruppo che discute, discute… ecco che suona il telefono
                perché King si gira di scatto, si alza, risponde. L’uomo, è quasi

                certo, restò alla finestra per circa mezz’ora: il tempo che Grace
                Stephens  non  l’udì  camminare.  Naturalmente  avrebbe  potuto

                impiegar  la  mezz’ora  stando  disteso  sul  letto,  ma  più  tardi  si
                vide che il letto non portava traccia di un corpo allungato: solo
                una lieve affossatura sul bordo, la stessa che rimane quando ci si

                appoggia un pochino. Accanto alla finestra invece fu trovata una
                sedia, e le tendine a fiori gialli e verdi erano state accuratamente

                scostate,  poi  fissate  in  alto.  Dopo  quella  mezz’ora  Grace
                Stephens gli udì spostare una sedia, come se si alzasse: e l’uomo

                cominciò  a  camminare.  Su  e  giù,  su  e  giù,  a  passi  regolari  e
                ostinati. Infatti Grace Stephens disse al marito: «Oh, perché non

                si  ferma  quel  tipo?  Digli  di  fermarsi,  Charlie,  sennò  divento
                nervosa e mi gratto la bolla sul naso». Charlie stava per bussare
                e per dirgli: «Scusi, sa, mia moglie è malata, i rumori le danno

                fastidio», quando la porta della numero 5 si aprì e l’uomo andò
                nel bagno.

                    Dopo un poco anche la porta della numero 4 si aprì e Willie
                Anschutz  tentò  di  aprire  il  bagno  che  era  chiuso  a  chiave.
                Bestemmiò, tornò indietro, aspettò dieci minuti, riprovò ma il

                bagno era ancora chiuso. Bestemmiò di nuovo. Tornò indietro
                di nuovo, ma il bagno era sempre chiuso, e successe così quattro

                volte. Alla quarta volta Willie Anschutz bussò alla porta degli
                Stephens  e  disse  con  voce  abbastanza  alta  da  essere  udita

                dall’altro: «Ma cosa crede, quel tipo, che il bagno sia suo? C’è
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