Page 166 - Oriana Fallaci - 1968
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giapponesi. E dopo i giapponesi vennero i cosiddetti alleati, cioè
                i cinesi, e si misero a combattere fra comunisti e nazionalisti.

                Dopo  i  cinesi,  ci  fu  la  guerra  coi  francesi.  Dopo  i  francesi,
                incominciammo con questa. Ogni giorno, per noi, è il giorno in

                cui potremmo morire. E, quando ci penso, io non batto ciglio.
                Penso  solo:  peccato  per  i  miei  bambini,  ma  mia  moglie  avrà
                cura  di  loro.  Siamo  asiatici,  siamo  fatalisti,  crediamo  nel

                destino,  e  la  sofferenza  per  noi  è  normalità.  Voi  europei,  voi
                bianchi, non potete capire. Voi date troppa importanza alla vita,

                alla lunghezza della vita, alle comodità della vita. Non sapete
                sacrificarvi per un sogno. Se vi foste trovati in una guerra lunga

                come questa, avreste ceduto da tempo perché siete materialisti,
                egoisti.



                Non ci ama, vero, generale Ky?


                Sono troppo orgoglioso per amarvi! Troppo orgoglioso d’essere

                un vietnamita, un asiatico, un giallo. Non ho mai pensato che la
                razza  bianca  fosso  una  razza  superiore.  Al  contrario.  So  fossi

                religioso,  direi  a  voi  bianchi:  «Io  sono  il  figlio  di  Budda,  il
                figlio di Dio. Io sono l’uomo. Il Budda che Dio ha mandato a
                questo  paese  per  salvarlo  e  riunificarlo:  affinché  un  giorno

                sostenga in Asia il ruolo che gli compete». Perché il futuro è qui
                da noi, non da voi. L’Europa è vecchia, stanca, e quell’America

                che  chiamano  ancora  il  nuovo  mondo  dovrebbe  già  essere
                chiamata anche lei il vecchio mondo. Il vostro tempo è finito. E
                anche  per  questo  le  vostre  critiche  non  mi  interessano.  Tutta

                quell’indignazione, ad esempio, che è caduta sul generale Loan
                quando ha ucciso il vietcong catturato. Certo che lo condanno

                per un simile gesto. Malgrado lo comprenda, perché è il gesto di
                un  uomo  che  non  riesce  più  a  controllarsi  dopo  aver  visto

                uccidere tanti suoi compagni. Malgrado pensi che i capi della
                polizia  non  scendono  mai  nelle  strade  dove  si  spara,  Loan

                invece ci scende. Però voglio essere io a condannarlo, non voi.
                Voglio  giudicare  io,  vietnamita,  il  gesto  di  un  vietnamita  che
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