Page 162 - Oriana Fallaci - 1968
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è una faccenda abbastanza ridicola. Chi non ha fame non spara.
                Ma dà un fucile a un contadino affamato e vedrai come spara.



                Questo, generale Ky, piacerebbe a Mao Tse-Tung. E il discorso
                sui  vecchi  piacerebbe  alle  guardie  rosse.  Ma  si  rende  conto

                che…


                Non  mi  parli  di  Mao  Tse-Tung,  dei  cinesi.  Essi  sono  i  nostri
                nemici: quattromila anni della nostra storia hanno provato che

                saranno  sempre  i  nostri  nemici,  pronti  ad  assorbirci  e  a
                distruggerci.  Li  odiamo  al  Nord,  al  Sud.  E  quando  qualcuno

                dice  che  Ho  Chi  Minh  chiederà  alla  Cina  di  intervenire
                direttamente in questa guerra, rispondo: follia. Ho Chi Minh è

                un vietnamita e odia i cinesi come me, sa bene che chiamarli
                costituirebbe  l’errore  della  sua  vita.  Per  cacciare  i  cinesi  ci

                riuniremmo tutti: nordisti e sudisti, comunisti e nazionalisti, e
                tutti i nostri problemi sarebbero risolti, e il Vietnam finalmente
                riunito.



                Diciamo  allora  che  quel  discorso  sui  contadini  piacerebbe  ai
                vietcong. Generale Ky, non mi ha ancora detto cosa pensa dei

                vietcong.  Li  combatte,  d’accordo,  ma  a  volte  si  combattono  i
                fratelli. Riesce a considerarli fratelli?



                Un  fratello  è  un  uomo  che  mi  è  vicino  quando  sono  triste  e
                quando sono felice. Un fratello è un uomo che la pensa come
                me, e i vietcong non la pensano come me. Parlano la mia lingua,

                hanno  il  mio  stesso  sangue,  e  quando  sono  morti  mi  ispirano
                pietà.  Però  essi  combattono  dall’altra  parte  della  barricata.  So

                che un giorno non mi spareranno più e io non sparerò più a loro,
                perché  un  giorno  il  Vietnam  sarà  riunito  e,  se  non  mi

                ammazzano  prima,  il  mio  destino  è  appunto  di  riunirlo.  Però,
                fino a quel giorno, non mi chieda di rispettarli o di piangere per
                loro.  Lascio  questo  privilegio  a  voi  europei:  che  siete  così

                invaghiti dei vietcong. Tutto quello che fanno loro va bene, per
                voi.  Tutto  quello  che  facciamo  noi  è  sbagliato,  per  voi.  Loro
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