Page 124 - Oriana Fallaci - 1968
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bombardamento.  A  neanche  tre  miglia  cadevano  bombe  da
                cinquecento chili, l’albergo tremava, squassato dalle esplosioni,

                a ogni colpo i vetri delle finestre rischiavano di rompersi. Aerei
                ed  elicotteri  volavano  bassi,  assordando,  e  per  strada  le

                sentinelle nervose sparavano a ogni frusciare di foglia, con gridi
                rauchi.  La  battaglia  di  Saigon  non  è  ancora  finita,  sebbene  i
                ristoranti si siano riaperti, e i negozi; sebbene tra i convogli con

                gli esplosivi, le jeep con la mitraglia puntata passino di nuovo le
                biciclette e i risciò.

                    La  psicosi  del  prossimo  attacco  è  in  chiunque.  Folle  di
                vietnamiti  tra  i  quindici  e  i  quarant’anni  sostano  con  volti

                umiliati dinanzi alle sedi della polizia, e in mano tengono una
                carta rosa. Sul marciapiede, accanto al cancello c’è un tavolino

                e seduto al tavolino c’è un poliziotto. A uno a uno, i vietnamiti
                si presentano a lui, gli fanno un inchino, esibiscono la carta rosa
                che è il libretto di famiglia necessario al censimento voluto dal

                generale  Loan:  onde  identificare  i  vietcong,  il  censimento
                dev’essere concluso in tre giorni, chi non esibisce la carta rosa è

                automaticamente  considerato  un  vietcong.  Molti  l’hanno
                perduta fra le macerie, o non l’hanno mai avuta, e il poliziotto li

                arresta  mentre  le  donne  che  accompagnano  i  figli  o  i  mariti
                scoppiano  in  pianto.  Il  primo  giorno  ben  settecentotrentasei

                sono stati arrestati: le carceri sono così piene che non c’è più
                una cella a disposizione. Il generale Loan offre ricompense che
                oscillano  fra  diecimila  e  un  milione  di  piastre  a  chiunque  dia

                informazioni  sulle  armi  nascoste  o  sui  collaboratori  dei
                vietcong.

                    Gli  interrogatori  si  susseguono,  si  sa  ormai  tutto  su  come
                avvenne l’attacco del Tet, perfino che ogni compagnia vietcong
                reclutava  tre  bambini  incaricati  di  giocare  vicino  ai  campi

                sudvietnamiti e americani per osservare il movimento di truppe
                e  la  qualità  degli  armamenti.  Poi  i  bambini  scrivevano  le

                informazioni  su  foglietti  bianchi  e  lasciavano  i  foglietti  sugli
                alberi, sulle staccionate. Si sa anche che le donne vi ebbero un

                ruolo  importante:  per  portare  le  armi,  per  trasportare  i
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