Page 105 - Oriana Fallaci - 1968
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esitazione,  alza  la  rivoltella,  la  punta  contro  la  tempia  del
                vietcong  e  spara.  Un  colpo  solo.  Il  vietcong  fa  una  smorfia,

                cade,  ma  per  terra  continua  a  muoversi  un  poco  perché
                evidentemente un colpo solo non è bastato, e nessuno gliene dà

                un altro per non farlo soffrire. Ti assicuro che gli americani si
                sono  molto  arrabbiati:  tutto  il  loro  senso  legalitario  è  insorto,
                unito alla pietà. Tutti i giornali ma tutti hanno ripubblicato la

                fotografia di questo atroce episodio. Nella subway una donna,
                dopo  averla  guardata,  è  scoppiata  a  piangere  istericamente  e

                hanno  dovuto  raccoglierla  con  l’ambulanza.  Forse  chissà,  nel
                suo pianto c’era l’inizio d’un risveglio ancora possibile. Forse

                chissà, la prossima volta nessuno mi chiederà: «Ti sei divertita
                in Vietnam?».

                    Ti  saluto.  I  grattacieli  brillano  al  buio  come  diamanti  e  la
                grande notizia è il tramonto della minigonna che ormai cede il
                passo alla maxigonna. Lunga cioè fino alle caviglie, da portare

                con  camicette  gonfie  di  jabot  e  di  volant.  È  il  ritorno  al
                romanticismo,  all’innocenza,  alla  grazia.  Che  dici,  me  la

                compro? Potrei portarla a Saigon.
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