Page 62 - Le canzoni di Re Enzio
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E frati bianchi con la croce rossa
            vanno tra i cavalieri e tra i ribaldi,

            dando a lor caute voci il cavo orecchio,
            porgendo sulle lingue agli sfregiati

            o filo d’erba o foglia d’oleastro...
                       «Ti do per penitenza: Uccidi!»



            I Lancia sono intorno a re Manfredi.

            «La gente aspetta di messer Currado!»
            dicono: ma l’astrologo dal libro

            pieno di stelle, dove egli ode assorto
            lieve stridire i neri vipistrelli,

            alza la testa, e grave dice: «È il punto».
            E il re soggiunge: «Usciamo fuori a campo!

            Due re son troppi per un regno solo».
            E il figlio dello imperator di Roma

            fa tre battaglie delle sue masnade,
            e il nome dà: Soavia cavalieri.

            Vanno con la nera aquila ondeggiante.
            Cupo rimbomba sotto le lor péste

                       il ponte presso Benevento.



            Enzio non ode rimbombare il ponte
            di Benevento, non le tre battaglie

            vede schierate e ferme alla Grandella.
            Egli la lunga cantilena ascolta,

            il re prigione, e vede Roncisvalle,
                       e vede anco Rollando il prode:



            Biondo e gentile, lieto viso e chiaro,

            la lancia in pugno, va sul buon cavallo.
            La punta al cielo, il gonfalone è bianco,

            la frangia d’or gli batte sulla mano.
            Dice: «Baroni, andiam soave, al passo!»

                       AOI



            Enzio non vede l’altro re che aringa
            le tre battaglie al Prato delle rose,




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