Page 48 - Le canzoni di Re Enzio
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Fuori è il serpente e sibila notturno.
            Fuori è il nemico, e vien alto come onda

            che muore al lido. Avanti il Paradiso
            resta il Cherub che v’era già: vi resta

                       a guardia della Libertà.





                                   VIII. LA BUONA NOVELLA



            Va tra le torri, suona nelle piazze,

            passa tra i pioppi, sale tra i castagni,
            vola tra i faggi la novella buona.

            La notte cade, s’avvicina il giorno.
            A lui che viene, andate, o genti, incontro.

            Vien col Comune e Popolo. Egli spese
            il sangue già per ricomprare i servi;

            tutto il suo sangue: ora, dimesso, aggiunge
                       i trenta sicli, suo valsente.



            I trenta sicli, suo valsente in terra,

            aggiunge al sangue. Si riscatti il capo
            d’anni oltre sette e sette, dieci libbre

            di bolognini; otto il minore: è giusto.
            Prendete il prezzo delle mandre umane,

            dei greggi, ahimè! che parlano. S’avanza
            coi sicli in mano e col costato aperto

            il Redentore... Il popolo gli è intorno
                       con gli spontoni e coi ronconi.



            Soffia nel corno, o guaita della torre;

            desta il palagio irto di merli, aduna
            nella tubata i servi con le ancelle.

            In vano il prete vi spruzzò sul capo
            l’acqua lustrale e vi soffiò negli occhi

            e v’unse d’olio. Voi non rinasceste.
            Ora il Comune e Popolo vi scioglie,

            v’alita il nuovo spirito, vi tuffa
                       nel fiume purificatore.




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