Page 23 - Le canzoni di Re Enzio
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E scoppia acuto il suono delle trombe,
            e grave romba il suon delle campane,

            e vi si mesce il grido de’ fanciulli
            e le femminee voci di preghiera;

            e i cavalieri spronano, e i cavalli
            partono sfavillando sulle selci,

            e i duri artieri partono col croscio
            della gragnola; e tutti i gonfaloni

            tremano al vento, e tutte l’armi al passo
            dànno bagliori, e ferro è che si muove,

            ferro che va con un clangor di magli
            su forti ancudi da cui raggia il fuoco:

            e i bovi il capo curvano alle grida
            del lor biolco, e tirano, e il Carroccio

            va: crolla, crolla, la sublime antenna,
            e la bandiera si disnoda in cielo.

            Suonano in cielo tutte le campane
            sopra il Carroccio. È la città che parte:

            parte levando un lento aereo canto
                       con tutte le sue torri.





                                              IX. I PRIGIONI




            Volge all’occaso, volge a Porta Stiera,
            volge il Carroccio per la via del sangue.

            Non trenta volte trenta dì son corsi
            da che re Enzio combatté, fu preso,

            per quella via, come un astor maniero
            preso alla pania. Or ei ricorda il giorno

            che passo passo in groppa d’un muletto
            seguì quel carro e i bovi dell’aratro.

            O sacro impero! O aquile di Roma!
            Ma Enzio a un tratto si riscuote, e parla.

            Parla a Marino d’Ebulo, a Currado
            di Solimburgo ora loquace or muto.

            Siede cruccioso Buoso da Dovara.
            «Credete voi che dorma la possanza




        G. Pascoli - Le canzoni di Re Enzio                                                                    19
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