Page 31 - Canti di Castelvecchio
P. 31

freddo che sibilando odo staccare
            le foglie secche, non sarà più forse,
            quando si spiccherà l'ultima foglia?
            E nel silenzio tutto avrà riposo
            dalle sue morti; e ciò sarà la morte.

              Io riguardava il placido universo
            e il breve incendio che v'ardea da un canto.

              Tempo sarà (ma è! poi ch'il veloce
            immobilmente fiume della vita
            è nella fonte, sempre, e nella foce),
              tempo, che persuasa da due dita
            leggiere, mi si chiuda la pupilla:
            né però sia la vision finita.
              Oh! il cieco io sia che, nella sua tranquilla
            anima, vede, fin che sa che intorno
            a lui c'è qualche aperto occhio che brilla!
              Così, quand'io, nel nostro breve giorno,
            guardo, e poi, quasi in ciò che guardo un velo
            fosse, un'ombra, col lento occhio ritorno
              a un guizzo d'ala, a un tremolìo di stelo:
            qundo a mirar torniamo anche una volta
            ciò ch'arde in cuore, ciò che brilla in cielo;
              noi s'è la buona umanità che ascolta
            l'esile strido, il subito richiamo,
            il dubbio della umanità sepolta:
              e le risponde: - Io vivo, sì, viviamo. -

              Tempo sarà che tu, Terra, percossa
            dall'urto d'una vagabonda mole,
            divampi come una meteora rossa;
              e in te scompaia, in te mutata in Sole,
            morte con vita, come arde e scompare
            la carta scritta con le sue parole.
              Ma forse allora ondeggerà nel Mare
            del nettare l'azzurra acqua, e la vita
            verzicherà su l'Appennin lunare.
              La vecchia tomba rivivrà, fiorita
            di ninfèe grandi, e più di noi sereno
            vedrà la luce il primo Selenita.
              Poi, la placida notte, quando il Seno
            dell'iridi ed il Lago alto e selvaggio
            dei sogni trema sotto il Sol terreno;
              errerà forse, in quell'eremitaggio
            del Cosmo, alcuno in cerca del mistero;
            e nello spettro ammirerà d'un raggio
              la traccia ignita dell'uman pensiero.

              O sarà tempo, che di là, da quella


                                                            33
   26   27   28   29   30   31   32   33   34   35   36