Page 35 - Canti di Castelvecchio
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di vento, d'acqua, di neve,
lascia ch'entrino da sera,
col loro anelito lieve;
che alla mensa torno torno
riposino fino a giorno,
cercando fatti lontani
col capo tra le due mani.
Dalla sera alla mattina,
cercando cose lontane,
stanno fissi, a fronte china,
su qualche bricia di pane,
e volendo ricordare,
bevono lagrime amare.
Oh! non ricordano i morti,
i cari, i cari suoi morti!
- Pane, sì... pane si chiama,
che noi spezzammo concordi:
ricordate?... E` tela, a dama:
ce n'era tanta: ricordi?...
Queste?... Queste sono due,
come le vostre e le tue,
due nostre lagrime amare
cadute nel ricordare! -
19. La schilletta di Caprona
I
Sonata già l'Avemaria
dalla chiesa di Caprona,
si sente correre via via
la schilletta che risòna.
Il poco viene dopo il tanto;
come là nella capanna:
un pianto ancora, un po' di pianto,
dopo tanta ninnananna!
II
Un'ombra va col tintinnìo
di quel vecchio campanello;
e l'ombra passa lungo il rio,
gira il piccolo castello,
si ferma un poco ad ogni soglia,
come vuole ancor quel primo
che non si sa chi fu, che voglia;
ch'era Nimo, il vecchio Nimo.
III
Fu quando non c'era la fonte,
né la chiesa né il becchino.
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