Page 34 - Canti di Castelvecchio
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oblìo; per sempre, ov'ella visse un'ora;
            nella sua casa, nel suo dolce mondo:
              anche, se questa Terra arsa, distrutto
            questo Sole, dall'ultimo sfacelo
            un astro nuovo emerga, uno, tra tutto
            il polverìo del nostro vecchio cielo.
              Così pensavo: e lo Zi Meo guardando
            ciò ch'io guardava, mormorò tranquillo:
            “Stellato fisso: domattina piove”.
            Era andato alle porche il suo pensiero.
            Bene egli aveva sementato il grano
            nella polvere, all'aspro; e San Martino
            avea tenuta per più dì la pioggia
            per non scoprire e portar via la seme.
            Ma era già durata assai la state
            di San Martino, e facea bono l'acqua.
            E lo Zi Meo, sicuro di svegliarsi
            domani al rombo d'una grande acquata,
            era contento, e andava a riposare,
            parlando di Chioccetta e di Mercanti,
            sopra le nuove spoglie di granturco,
            la cara vita cui nutrisce il pane.

            18. La tovaglia

              Le dicevano: - Bambina!
            che tu non lasci mai stesa,
            dalla sera alla mattina,
            ma porta dove l'hai presa,
            la tovaglia bianca, appena
            ch'è terminata la cena!
            Bada, che vengono i morti!
            i tristi, i pallidi morti!
              Entrano, ansimano muti.
            Ognuno è tanto mai stanco!
            E si fermano seduti
            la notte intorno a quel bianco.
            Stanno lì sino al domani,
            col capo tra le due mani,
            senza che nulla si senta,
            sotto la lampada spenta. -
              E` già grande la bambina:
            la casa regge, e lavora:
            fa il bucato e la cucina,
            fa tutto al modo d'allora.
            Pensa a tutto, ma non pensa
            a sparecchiare la mensa.
            Lascia che vengano i morti,
            i buoni, i poveri morti.
              Oh! la notte nera nera,


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