Page 166 - Carmina - Poesie latine
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sopra una soglia. Il tuo viaggio vano
            pensavi e il lido cui tu desti il nome,
            e l'avvenire, grande, alto, lontano.

                              III

            Itale vergini, Alpi dal bel velo                         120
            bianco, tendenti all'alto, che la veste
            lasciate lungi dagli sguardi impuri,
            la veste, sí, di prati e di foreste
            cader lasciate, ma soltanto in cielo:

            di quali voci allora e qual concerto                     125
            empian le Madri i neri boschi cupi!
            quali lontani portentosi auguri
            gemean negli antri, o dritte sulle rupi
            gridavan alto tra la neve e il vento!

            – Un re verrà (fermo è nel fato e fisso)                 130
            dalla sventura. Caccerà camosci
            per l'Alpi sue. Sempre nel cuore il fischio
            avrà dei venti, sempre avrà gli scrosci
            delle valanghe e l'anelante abisso.

            Il re vedrà, tra tra nubi grigie e meste,                135
            un segno bianco e snuderà la spada.
            Il re porrà tutto sé stesso al rischio
            per liberare tutta la contrada,
            alzando al cielo il suo segno celeste.

            Il re trarrà dalle grandi Alpi al piano                  140
            di nuovo il Toro; dal suo doppio fiume,
            lungo la terra della stella, al mare;
            a riveder la prima Italia al lume
            del pino acceso dal suo gran vulcano.

            Questi, quel Donno, il Regolo fatale.                    145
            Gl'Itali udrà gridare di dolore.
            Gl'Itali lo vedranno cavalcare
            con l'asta lunga. O Roma, egli, vittore,
            dell'elmo ferreo t'armerà, che ha l'ale. –

            Cosí le madri predicean nel santo                        150
            orror dei boschi, ed ora al sacro fonte
            sotterra dell'Eridano. E, pur bassa
            fosse la voce, trascorrea dal monte
            Vesulo sino al mare Adriaco il canto.

            Via via le ripe faceano eco; e in doppi                  155
            lunghi filari le sorelle fise
            a rimirar l'acqua ch'eterna passa,


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