Page 77 - Giorgio Vasari
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congiugnere; e così di pezzo in pezzo la figura si forma, e la testa, le

               braccia, il torso, e le gambe per fin all'ultima cosa, di maniera che il
               cavo  di  quella  statua,  cioè  la  forma  incavata,  viene  improntata  nel
               cavo con tutte le parti et ogni minima cosa che è nel modello. Fatto
               ciò, quelle forme di gesso si lasciano assodare e riposare; poi pigliano

               un palo di ferro che sia più lungo di tutta la figura che vogliono fare e
               che si ha a gettare, e sopra quello fanno un'anima di terra, la quale
               morbidamente  impastando,  vi  mescolano  sterco  di  cavallo  e

               cimatura;  la  quale  anima  ha  la  medesima  forma  che  la  figura  del
               modello, et a suolo a suolo si cuoce per cavare la umidità della terra:
               e questa serve poi alla figura; perché, gittando la statua, tutta questa
               anima,  ch'è  soda,  vien  vacua  né  si  riempie  di  bronzo,  che  non  si
               potrebbe  muovere  per  lo  peso.  Così  ingrossano  tanto  e  con  pari

               misure quest'anima, che scaldando e cocendo i suoli, come è detto,
               quella  terra  vien  cotta  bene,  e  così  priva  in  tutto  dell'umido,  che
               gittandovi poi sopra il bronzo, non può schizzare o fare nocumento,

               come  si  è  visto  già  molte  volte  con  la  morte  de'  maestri  e  con  la
               rovina  di  tutta  l'opera.  Così  vanno  bilicando  questa  anima  et
               assettando e contrapesando i pezzi, finché la riscontrino e riprovino,
               tanto ch'eglino vengono a fare, che si lasci appunto la grossezza del
               metallo o la sottilità di che vuoi che la statua sia.

               Armano spesso questa anima per traverso con perni di rame e con

               ferri che si possino cavare e mettere, per tenerla con sicurtà e forza
               maggiore.  Questa  anima,  quando  è  finita,  nuovamente  ancora  si
               ricuoce con fuoco dolce, e cavatane interamente l'umidità, se pur ve
               ne fusse restata punto, si lascia poi riposare. E ritornando a' cavi del

               gesso, si formano quelli pezzo per pezzo con cera gialla, che sia stata
               in  molle  e  sia  incorporata  con  un  poco  di  trementina  e  di  sevo.
               Fondutala dunque al fuoco, la gettano a metà per metà ne' pezzi di
               cavo,  di  maniera  che  l'artefice  fa  venire  la  cera  sottile  secondo  la

               volontà  sua  per  il  getto.  E  tagliati  i  pezzi  secondo  che  sono  i  cavi
               addosso  all'anima  che  già  di  terra  s'è  fatta,  gli  commettono  et
               insieme  gli  riscontrano  e  innestano,  e  con  alcuni  brocchi  di  rame
               sottili fermano sopra l'anima cotta i pezzi della cera, confitti da detti

               brocchi, e così a pezzo a pezzo la figura innestano e riscontrono, e la
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