Page 80 - Giorgio Vasari
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diguazzando il cavo, si vòta la cera che è in mezzo del cavo, di
maniera che il getto resta vòto nel mezzo; il qual vòto o vano riempie
l'artefice poi di terra e vi mette perni di ferro. Questa terra serve poi
per anima, ma bisogna lasciarla seccar bene. Da poi fa la cappa come
all'altre figure grandi, armandola e mettendovi le cannelle per i venti;
la cuoce di poi, e ne cava la cera, e così il cavo si resta netto, sì che
agevolmente si possono gittare. Il simile si fa de' bassi e de' mezzi
rilievi e d'ogni altra cosa di metallo.
Finiti questi getti, l'artefice di poi con ferri appropriati, cioè bulini,
ciappole, strozzi, ceselli, puntelli, scarpelli, e lime lieva dove bisogna;
e dove bisogna spigne all'indietro e rinetta le bave, e con altri ferri
che radono raschia e pulisce il tutto con diligenza, et ultimamente
con la pomice gli dà il pulimento. Questo bronzo piglia col tempo per
se medesimo un colore che trae in nero, e non in rosso come quando
si lavora. Alcuni con olio lo fanno venire nero, altri con l'aceto lo
fanno verde, et altri con la vernice li danno il colore di nero, tale che
ognuno lo conduce come più gli piace. Ma quello che veramente è
cosa maravigliosa, è venuto a' tempi nostri questo modo di gettar le
figure, così grandi come picciole, in tanta eccellenza, che molti
maestri le fanno venire nel getto in modo pulite, che non si hanno a
rinettare con ferri, e tanto sottili quanto è una costola di coltello. E,
quello che è più, alcune terre e ceneri che a ciò s'adoperano, sono
venute in tanta finezza, che si gettano d'argento e d'oro le ciocche
della ruta, e ogni altra sottile erba o fiore agevolmente e tanto bene,
che così belli riescono come il naturale. Nel che si vede questa arte
essere in maggior eccellenza che non era al tempo degli antichi.
Cap. XII. De' conii d'acciaio per fare le medaglie di bronzo o d'altri metalli, e come
elle si fanno di essi metalli, di pietre orientali e di cammei.
Volendo fare le medaglie di bronzo, d'argento o d'oro come già le
fecero gli antichi, debbe l'artefice primieramente con punzoni di ferro
intagliare di rilievo i punzoni nell'acciaio indolcito a fuoco, a pezzo per