Page 71 - Giorgio Vasari
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Cap. IX. Del fare i modelli di cera e di terra, e come si vestino, e come a proporzione
               si ringrandischino poi nel marmo; come si subbino e si gradinino e pulischino e
               impomicino e si lustrino e si rendino finiti.


               Sogliono gli scultori, quando vogliono lavorare una figura di marmo,
               fare per quella un modello, che così si chiama, cioè uno esemplo, che
               è una figura di grandezza di mezzo braccio o meno o più, secondo

               che gli torna comodo, o di terra o di cera o di stucco, perché e' possin
               mostrar in quella l'attitudine e la proporzione che ha da essere nella
               figura  che  e'  voglion  fare,  cercando  accomodarsi  alla  larghezza  et

               all'altezza del sasso che hanno fatto cavare per farvela dentro.
               Ma per mostrarvi come la cera si lavora, diremo del lavorar la cera, e

               non la terra. Questa per renderla più morbida, vi si mette dentro un
               poco di sevo e di trementina e di pece nera, delle quali cose il sevo la
               fa più arrendevole, e la trementina tegnente in sé, e la pece le dà il
               colore nero e le fa una certa sodezza, da poi ch'è lavorata, nello stare

               fatta, che ella diventa dura. E chi volesse anco farla d'altro colore,
               può  agevolmente,  perché  mettendovi  dentro  terra  rossa,  o  vero
               cinabrio  o  minio,  la  farà  giuggiolina  o  di  somigliante  colore,  se
               verderame, verde, et il simile si dice degli altri colori. Ma è bene da

               avvertire che i detti colori vogliono esser fatti in polvere e stiacciati, e
               così fatti essere poi mescolati con la cera, liquefatta che sia. Fassene
               ancora per le cose piccole e per fare medaglie, ritratti e storiette, et
               altre cose di basso rilievo, della bianca. E questa si fa mescolando

               con la cera bianca biacca in polvere, come si è detto di sopra. Non
               tacerò  ancora  che  i  moderni  artefici  hanno  trovato  il  modo  di  fare
               nella cera le mestiche di tutte le sorti colori; onde nel fare ritratti di
               naturale  di  mezzo  rilievo,  fanno  le  carnagioni,  i  capegli,  i  panni  e

               tutte l'altre cose in modo simili al vero, che a cotali figure non manca,
               in un certo modo, se non lo spirito e le parole.

               Ma  per  tornare  al  modo  di  fare  la  cera,  acconcia  questa  mistura  e
               insieme  fonduta,  fredda  ch'ella  è,  se  ne  fa  i  pastelli  i  quali,  nel
               maneggiarli,  dalla  caldezza  delle  mani  si  fanno  come  pasta,  e  con
               essa si crea una figura a sedere, ritta, o come si vuole, la quale abbia

               sotto un'armadura, per reggerla in se stessa, o di legni, o di fili di
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