Page 66 - Giorgio Vasari
P. 66

necessità che si distribuischino che lo edificio le stanze, ch'abbino le
               lor  corrispondenze  di  porte,  finestre,  camini,  scale  segrete,
               anticamere, destri, scrittoi, senza che vi si vegga errori: come saria
               una sala grande, un portico picciolo e le stanze minori; le quali per
               esser membra dell'edificio, è di necessità ch'elle siano, come i corpi

               umani, egualmente ordinate e distribuite secondo le qualità e varietà
               delle  fabriche:  come  tempii  tondi,  [in]  otto  facce,  in  sei  facce,  in
               croce, e quadri, e gli ordini varii secondo chi et i gradi in che si trova

               chi  le  fa  fabricare.  Perciò  che  quando  son  disegnati  da  mano  che
               abbia giudicio, con bella maniera mostrano l'eccellenza dell'artefice e
               l'animo dell'auttor della fabrica.

               Perciò figureremo, per meglio esser intesi, un palazzo qui di sotto, e
               questo ne darà lume agli altri edifici, per modo di poter conoscere,
               quando si vede, se è ben formato o no. In prima, chi considererà la

               facciata dinanzi, lo vedrà levato da terra o in su ordine di scalee o di
               muricciuoli,  tanto  che  quello  sfogo  lo  faccia  uscir  di  terra  con
               grandezza, e serva che le cucine o cantine sotto terra siano più vive
               di  lumi  e  più  alte  di  sfogo;  il  che  anco  molto  difende  l'edificio  da'

               terremuoti e altri casi di fortuna. Bisogna poi che rappresenti il corpo
               dell'uomo nel tutto e nelle parti similmente, e che per avere egli a
               temere i venti, l'acque e l'altre cose della natura, egli sia fognato con
               ismaltitoi che tutti rispondino a un centro che porti via tutte insieme

               le  bruttezze  et  i  puzzi  che  gli  possano  generare  infermità.  Per
               l'aspetto  suo  primo,  la  facciata  vuole  avere  decoro  e  maestà  et
               essere compartita come la faccia dell'uomo: la porta da basso et in
               mezzo,  così  come  nella  testa  ha  l'uomo  la  bocca,  donde  nel  corpo

               passa ogni sorte di alimento; le finestre per gli occhi, una di qua e
               l'altra di là, servando sempre parità, che non si faccia se non tanto di
               qua  quanto  di  là  negli  ornamenti  o  d'archi,  o  colonne,  o  pilastri,  o
               nicchie, o finestre inginocchiate, o vero altra sorte d'ornamento, con

               le misure et ordini che già s'è ragionato, o dorici, o ionici, o corinti, o
               toscani. Sia il suo cornicione che regge il tetto fatto con proporzione
               della facciata, secondo ch'egli è grande, e che l'acqua non bagni la
               facciata  e  chi  sta  nella  strada  a  sedere.  Sia  di  sporto  secondo  la

               proporzione dell'altezza e della larghezza di quella facciata.
   61   62   63   64   65   66   67   68   69   70   71