Page 69 - Giorgio Vasari
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ch'ella arà ad aver addosso, non siano tanto triti ch'abbino del secco,
né tanto grossi che paino sassi; ma siano con il loro andar di pieghe
girati talmente, che scuoprino lo ignudo di sotto, e con arte e grazia
talora lo mostrino e talora lo ascondino, senza alcuna crudezza che
offenda la figura. Siano i suoi capegli e la barba lavorati con una
certa morbidezza, svellati e ricciuti, che mostrino di essere sfilati,
avendoli data quella maggior piumosità e grazia che può lo scarpello:
ancora che gli scultori in questa parte non possino così bene
contraffare la natura, facendo essi le ciocche de' capelli sode e
ricciute, più di maniera che di immitazione naturale. Et ancora che le
figure siano vestite, è necessario di fare i piedi e le mani che siano
condotte di bellezza e di bontà come l'altre parti. E per essere tutta la
figura tonda, è forza che in faccia, in profilo e di dietro ella sia di
proporzione uguale, avendo ella a ogni girata e veduta a
rappresentarsi ben disposta per tutto. È necessario adunque che ella
abbia corrispondenza, e che ugualmente ci sia per tutto attitudine,
disegno, unione, grazia e diligenza; le quali cose, tutte insieme,
dimostrino l'ingegno et il valore dell'artefice.
Debbono le figure così di rilievo come dipinte, esser condotte più con
il giudicio che con la mano, avendo a stare in altezza dove sia una
gran distanza; perché la diligenza dell'ultimo finimento non si vede da
lontano, ma si conosce bene la bella forma delle braccia e delle
gambe, et il buon giudicio nelle falde de' panni con poche pieghe:
perché nella semplicità del poco si mostra l'acutezza dell'ingegno. E
per questo le figure di marmo o di bronzo, che vanno un poco alte,
vogliono esser traforate gagliarde acciò che il marmo, che è bianco,
et il bronzo, che ha del nero, piglino all'aria della oscurità, e per
quella apparisca da lontano il lavoro esser finito, e d'appresso si
vegga lasciato in bozze. La quale avvertenza ebbero grandemente gli
antichi, come nelle lor figure tonde e di mezzo rilievo che negli archi
e nelle colonne veggiamo di Roma, le quali mostrano ancora quel
gran giudicio che egli ebbero; et infra i moderni si vede essere stato
osservato il medesimo grandemente nelle sue opere da Donatello.
Debbeno oltra di questo considerare, che quando le statue vanno in
un luogo alto, e che a basso non sia molta distanza da potersi