Page 70 - Giorgio Vasari
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discostare a giudicarle da lontano, ma che s'abbia quasi a star loro
               sotto,  che  così  fatte  figure  si  debbon  fare  di  una  testa  o  due  più
               d'altezza. E questo si fa, perché quelle figure che son poste in alto si
               perdono nello scorto della veduta stando di sotto e guardando allo in
               su;  onde,  ciò  che  si  dà  di  accrescimento  viene  a  consumarsi  nella

               grossezza dello scorto, e tornano poi di proporzione, nel guardarle,
               giuste e non nane, ma con bonissima grazia. E quando non piacesse
               far  questo,  si  potrà  mantenere  le  membra  della  figura  sottilette  e

               gentili, che questo ancora torna quasi il medesimo.
               Costumasi per molti artefici fare la figura di nove teste, la quale vien

               partita in otto teste tutta, eccetto la gola, il collo e l'altezza del piede,
               che  con  queste  torna  nove;  perché  due  sono  gli  stinchi,  due  dalle
               ginocchia  a  membri  genitali,  e  tre  il  torso  fino  alla  fontanella  della
               gola, et un'altra dal mento all'ultimo della fronte, et una ne fanno la

               gola  e  quella  parte  ch'è  dal  dosso  del  piede  alla  pianta:  che  sono
               nove.  Le  braccia  vengono  appiccate  alle  spalle,  e  dalla  fontanella
               all'appiccatura da ogni banda è una testa, et esse braccia sino a la
               appiccatura delle mani sono tre teste, et allargandosi l'uomo con le

               braccia, apre appunto tanto quanto egli è alto. Ma non si debbe usare
               altra miglior misura che il giudicio dello occhio, il quale sebbene una
               cosa sarà benissimo misurata, et egli ne rimanghi offeso, non resterà
               per questo di biasimarla. Però diciamo che sebbene la misura è una

               retta moderazione da ringrandire le figure talmente, che le altezze e
               le  larghezze,  servato  l'ordine,  faccino  l'opera  proporzionata  e
               graziosa,  l'occhio,  nondimeno,  ha  poi  con  il  giudicio  a  levare  et  ad
               aggiugnere, secondo che vedrà la disgrazia dell'opera, talmente che

               e'  le  dia  giustamente  proporzione,  grazia,  disegno  e  perfezzione,
               acciò che ella sia in sé tutta lodata da ogni ottimo giudicio. E quella
               statua  o  figura  che  avrà  queste  parti,  sarà  perfetta  di  bontà,  di
               bellezza,  di  disegno  e  di  grazia.  E  tali  figure  chiameremo  tonde,

               purché si possino vedere tutte le parti finite, come si vede nell'uomo
               girandolo attorno, e similmente poi l'altre che da queste dipendono.
               Ma e' mi pare oramai tempo da venire alle cose più particulari.
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