Page 59 - Giorgio Vasari
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colonna,  e  misurata  simile  alla  corinta,  come  ne  appare  in  Roma
               all'arco di Tito Vespasiano. E chi vorrà far canali in questa colonna,
               può fargli simili alla ionica, o come la corinta, o come sarà l'animo di
               chi farà l'architettura di questo corpo ch'è misto con tutti gli ordini. I
               capitelli si posson fare simili ai corinti, salvo che vuole essere più la

               cimasa del capitello, e le volute o viticci alquanto più grandi, come si
               vede all'arco suddetto. L'architrave sia tre quarti della grossezza della
               colonna, et il fregio abbia il resto pien di mensole e la cornice quanto

               l'architrave,  che  l'aggetto  la  fa  diventar  maggiore;  come  si  vede
               nell'ordine ultimo del Culiseo di Roma; et in dette mensole si possono
               far  canali  a  uso  di  tigrifi,  e  altri  intagli  secondo  il  parere
               dell'architetto; et il zoccolo, dove posa su la colonna, ha da essere
               alto due quadri, e così le sue cornici a sua fantasia o come gli verrà in

               animo di farle.

               Usavano  gli  antichi  o  per  porte,  o  sepolture,  o  altre  specie
               d'ornamenti,  in  cambio  di  colonne,  termini  di  varie  sorti:  chi  una
               figura ch'abbia una cesta in capo per capitello, altri una figura fino a
               mezzo, et il resto verso la base piramide, overo bronconi d'alberi; e di

               questa sorte facevano vergini, satiri, putti, et altre sorti di mostri o
               bizzarrie  che  veniva  lor  comodo,  e  secondo  che  nasceva  loro  nella
               fantasia le mettevano in opera.

               Ècci un'altra specie di lavori che si chiamano tedeschi, i quali sono di
               ornamenti  e  di  proporzione  molto  differenti  dagli  antichi  e  da'
               moderni;  né  oggi  s'usano  per  gli  eccellenti,  ma  son  fuggiti  da  loro

               come mostruosi e barbari, mancando ogni lor cosa di ordine, che più
               tosto confusione o disordine si può chiamare: avendo fatto nelle lor
               fabriche,  che  son  tante  ch'hanno  ammorbato  il  mondo,  le  porte
               ornate di colonne sottili et attorte a uso di vite, le quali non possono

               aver forza a reggere il peso di che leggerezza si sia. E così per tutte
               le  facce  et  altri  loro  ornamenti  facevano  una  maledizione  di
               tabernacolini  l'un  sopra  l'altro,  con  tante  piramidi  e  punte  e  foglie,
               che  non  ch'elle  possano  stare,  pare  impossibile  ch'elle  si  possino

               reggere; et hanno più il modo da parer fatte di carta che di pietre o di
               marmi. Et in queste opere facevano tanti risalti, rotture, mensoline e
               viticci, che sproporzionavano quelle opere che facevano, e spesso con
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