Page 57 - Giorgio Vasari
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colonne, vogliono essere il numero de' canali ventiquattro, ma spartiti
talmente, che ci resti fra l'un canale e l'altro la quarta parte del
canale che serva per piano. Questo ordine ha in sé bellissima grazia e
leggiadria, e se ne costuma molto fra gli architetti moderni.
Il lavoro corinto piacque universalmente molto a' Romani; e se ne
dilettarono tanto ch'e' fecero di questo ordine le più ornate et onorate
fabriche per lasciar memoria di loro; come appare nel tempio di Tigoli
in sul Teverone, e le spoglie del Tempio della Pace, e l'arco di Pola, e
quel del porto d'Ancona: ma molto più è bello il Pantheon, cioè la
Ritonda di Roma, il quale è il più ricco e 'l più ornato di tutti gli ordini
detti di sopra. Fassi il zoccolo, che regge la colonna, di questa
maniera: largo un quadro e due terzi, e la cornice di sopra e di sotto
a proporzione, secondo Vitruvio; fassi l'altezza della colonna nove
teste con la sua basa e capitello, il quale sarà d'altezza tutta la
grossezza della colonna da piè, e la sua base sarà la metà di detta
grossezza, la quale usarono gli antichi intagliare in diversi modi. E
l'ornamento del capitello sia fatto co' suoi vilucchi e le sue foglie,
secondo che scrive Vitruvio nel quarto libro, dove egli fa ricordo
essere stato tolto questo capitello dalla sepoltura d'una fanciulla
corinta. Sèguitisi il suo architrave, fregio e cornice con le misure
descritte da lui, tutte intagliate con le mensole et uovoli et altre sorti
d'intagli sotto il gocciolatoio. E i fregi di quest'opera si possono fare
intagliati tutti con fogliami, et ancora farne de' puliti o vero con
lettere dentro, come erano quelle al portico della Ritonda, di bronzo
commesso nel marmo. Sono i canali nelle colonne di questa sorte a
numero ventisei benché n'è di manco ancora; et è la quarta parte del
canale fra l'uno e l'altro che resta piano, come benissimo appare in
molte opere antiche e moderne misurate da quelle.
L'ordine composto, se ben Vitruvio non ne ha fatto menzione, non
facendo egli conto d'altro, che dell'opera dorica, ionica, corintia e
toscana, tenendo troppo licenziosi coloro, che pigliando di tutt'e
quattro quegli ordini, ne facessero corpi che gli rappresentassero
piuttosto mostri che uomini; per averlo costumato molto i Romani et
a loro imitazione i moderni, non mancherò di questo ancora, acciò se
n'abbia notizia, dichiarare e formare il corpo di questa proporzione di