Page 56 - Giorgio Vasari
P. 56

fregio et architrave appiccata, risaltando a ogni dirittura di colonna

               con que' canali che gli chiamano tigrifi ordinariamente, che vengono
               partiti  fra  un  risalto  e  l'altro  un  quadro,  dentrovi  o  teste  di  buoi
               secche  o  trofei  o  maschere  o  targhe  o  altre  fantasie.  Serra
               l'architrave, risaltando con una lista, i risalti, e da piè fa un pianetto

               sottile,  tanto  quanto  tiene  il  risalto;  a  piè  del  quale  fanno  sei
               campanelle per ciascuno, chiamate gocce dagli antichi. E se si ha da
               vedere la colonna accanalata nel dorico, vogliono essere venti facce

               in cambio de' canali, e non rimanere fra canale e canale altro che il
               canto vivo.

               Di questa ragione opera n'è in Roma al Foro Boario ch'è ricchissima; e
               d'un'altra sorte le cornici e gli altri membri al teatro di Marcello, dove
               oggi è la piazza Montanara; nella quale opera non si vede base, e
               quelle che si veggono son corinte. Et è openione che gli antichi non le

               facessero, et in quello scambio vi mettessero un dado tanto grande,
               quanto teneva la base. E di questo n'è il riscontro a Roma al carcere
               Tulliano, dove son capitelli ricchi di membri più che gli altri che si sian
               visti nel dorico. Di questo ordine medesimo n'ha fatto Antonio da San

               Gallo il cortile di casa Farnese in campo di Fiore a Roma, il quale è
               molto  ornato  e  bello;  benché  continuamente  si  veda  di  questa
               maniera  tempii  antichi  e  moderni,  e  così  palazzi,  i  quali  per  la
               sodezza  e  collegazione  delle  pietre  son  durati  e  mantenuti  più  che

               non hanno fatto tutti gli altri edifici.
               L'ordine ionico per esser più svelto del dorico fu fatto dagli antichi a

               imitazione  delle  persone  che  sono  fra  il  tenero  et  il  robusto;  e  di
               questo rende testimonio l'averlo essi adoperato e messo in opera ad
               Apolline, a Diana, e a Bacco, e qualche volta a Venere. Il zoccolo che
               regge  la  sua  colonna  lo  fanno  alto  un  quadro  e  mezzo  e  largo  un

               quadro, e le cornici sue di sopra e di sotto secondo questo ordine. La
               sua  colonna  è  alta  otto  teste,  e  la  sua  base  è  doppia  con  due
               bastioni, come la descrive Vitruvio al terzo libro al terzo capo, et il
               suo capitello sia ben girato con le sue volute, o cartocci o viticci che

               ognun se li chiami, come si vede al teatro di Marcello in Roma sopra
               l'ordine dorico: così la sua cornice adorna di mensole e di dentelli, et
               il  suo  fregio  con  un  poco  di  corpo  tondo.  E  volendo  accanalare  le
   51   52   53   54   55   56   57   58   59   60   61