Page 47 - Giorgio Vasari
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trovato chi gli ha lavorati sottilissimamente, come si vide già in quel

               tempio  tondo  che  cominciarono  e  non  finirono,  salvo  che  tutto  il
               basamento, in sulla piazza di San Luigi i Francesi in Roma. Il quale fu
               condotto  da  un  francese  chiamato  maestro  Gian,  che  studiò  l'arte
               dello intaglio in Roma, e divenne tanto raro, che fece il principio di

               questa  opera,  la  quale  poteva  stare  al  paragone  di  quante  cose
               eccellenti antiche e moderne che si sian viste, d'intaglio di tal pietra,
               per aver straforato sfere di astrologi, et alcune salamandre nel fuoco,

               imprese  reali,  et  in  altre  libri  aperti  con  le  carte,  lavorati  con
               diligenza, trofei e maschere; le quali rendono, dove sono, testimonio
               della  eccellenza  e  bontà  da  poter  lavorarsi  questa  pietra  simile  al
               marmo,  ancor  che  sia  rustica.  E  reca  sì  in  sé  una  grazia  per  tutto,
               vedendo quella spugnosità de' buchi unitamente, che fa bel vedere. Il

               qual principio di tempio, essendo imperfetto, fu levato dalla nazione
               francese, e le dette pietre et altri lavori di quello posti nella facciata
               della chiesa di San Luigi, e parte in alcune capelle, dove stanno molto

               bene accomodati e riescono bellissimi.
               Questa  sorte  di  pietra  è  bonissima  per  le  muraglie,  avendo  sotto

               squadratola  o  scorniciata;  perché  si  può  incrostarla  di  stucco,  con
               coprirla  con  esso  et  intagliarvi  ciò  ch'altri  vuole;  come  fecero  gli
               antichi nell'entrate publiche del Culiseo et in molti altri luoghi, e come
               ha fatto a' giorni nostri Antonio da San Gallo nella sala del palazzo

               del  Papa  dinanzi  alla  capella,  dove  ha  incrostato  di  trevertini  con
               stucco  con  vari  intagli  eccellentissimamente.  Ma  più  d'ogni  altro
               maestro  ha  nobilitata  questa  pietra  Michelangelo  Buonaroti
               nell'ornamento del cortile di casa Farnese, avendovi con maraviglioso

               giudizio fatto d'essa pietra far finestre, maschere, mensole, e tante
               altre simili bizzarrie, lavorate tutte come si fa il marmo, che non si
               può veder alcuno altro simile ornamento più bello. E se queste cose
               son  rare,  è  stupendissimo  il  cornicione  maggiore  del  medesimo

               palazzo nella faciata dinanzi, non si potendo alcuna cosa né più bella
               né più magnifica disiderare.

               Della  medesima  pietra  ha  fatto  similmente  Michilagnolo  nel  difuori
               della fabrica di San Piero certi tabernacoli grandi, e dentro la cornice
               che  gira  intorno  alla  tribuna,  con  tanta  pulitezza,  che  non  si
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