Page 45 - Giorgio Vasari
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Medici.  Questa  sorte  di  marmi  ha  in  sé  saldezze  maggiori  e  più

               pastose  e  morbide  a  lavorarla,  e  se  le  dà  bellissimo  pulimento  più
               ch'ad altra sorte di marmo. Vero è che si viene talvolta a scontrarsi in
               alcune  vene  domandate  dagli  scultori  smerigli,  i  quali  sogliono
               rompere  i  ferri.  Questi  marmi  si  abbozzano  con  una  sorte  di  ferri

               chiamati  subbie,  che  hanno  la  punta  a  guisa  di  pali  a  facce,  e  più
               grossi  e  sottili,  e  di  poi  seguitano  con  scarpelli  detti  calcagnuoli,  i
               quali nel mezzo del taglio hanno una tacca, e così con più sottili di

               mano in mano che abbiano più tacche, e gl'intaccano, quando sono
               arruotati,  con  un  altro  scarpello.  E  questa  sorte  di  ferri  chiamano
               gradine, perché con esse vanno gradinando e riducendo a fine le lor
               figure;  dove  poi  con  lime  di  ferro  diritte  e  torte  vanno  levando  le
               gradine  che  son  restate  nel  marmo;  e  così  poi  con  la  pomice

               arrotando a poco a poco gli fanno la pelle che vogliono. E tutti gli
               strafori che fanno, per non intronare il marmo, gli fanno con trapani
               di minore e di maggior grandezza, e di peso di dodici libre l'uno, e

               qualche  volta  venti;  che  di  questi  ne  hanno  di  più  sorte,  per  far
               maggiori e minori buche; e gli servon questi per finire ogni sorte di
               lavoro e condurlo a perfezzione. De' marmi bianchi venati di bigio gli
               scultori e gli architetti ne fanno ornamenti per porte e colonne per
               diverse case. Servonsene per pavimenti e per incrostatura nelle lor

               fabriche, e gli adoperano a diverse sorti di cose; similmente fanno di
               tutti i marmi mischiati.

               I marmi cipollini sono un'altra specie, di grana e colore differente, e
               di  questa  sorte  n'è  ancora  altrove  che  a  Carrara;  e  questi  il  più
               pendono  in  verdiccio,  e  son  pieni  di  vene,  che  servono  per  diverse

               cose, e non per figure. Quegli che gli scultori chiamano saligni, che
               tengono  di  congelazione  di  pietra,  per  esservi  que'  lustri
               ch'appariscono nel sale e traspaiono alquanto, è fatica assai a farne
               le figure, perché hanno la grana della pietra ruvida e grossa, e perché

               ne' tempi umidi gocciano acqua di continuo, overo sudano. Quegli che
               si  dimandano  campanini  son  quella  sorte  di  marmi  che  suonano
               quando  si  lavorano,  et  hanno  un  certo  suono  più  acuto  degli  altri;
               questi  son  duri  e  si  schiantano  più  facilmente  che  l'altre  sorti  su

               dette, e si cavano a Pietrasanta. A Seravezza ancora in più luoghi et
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