Page 46 - Giorgio Vasari
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a Campiglia si cavano alcuni marmi, che sono per la maggior parte
buonissimi per lavoro di quadro, e ragionevoli ancora alcuna volta per
statue; et in quel di Pisa al monte a San Giuliano si cava similmente
una sorte di marmo bianco che tiene d'alberese, e di questi è
incrostato di fuori il Duomo et il Camposanto di Pisa oltre a molti altri
ornamenti che si veggono in quella città, fatti del medesimo.
E perché già si conducevano i detti marmi del monte a San Giuliano
in Pisa con qualche incommodo e spesa, oggi avendo il duca Cosimo,
così per sanare il paese come per agevolare il condurre i detti marmi
et altre pietre che si cavano da que' monti, messo in canale diritto il
fiume d'Osoli et altre molte acque, che sorgeano in que' piani con
danno del paese, si potranno agevolmente per lo detto canale
condurre i marmi o lavorati o in altro modo con picciolissima spesa, e
con grandissimo utile di quella città che è poco meno che tornata
nella pristina grandezza, mercé del detto signor duca Cosimo che non
ha cura che maggiormente lo prema che d'aggrandire e rifar quella
città, che era assai mal condotta, innanzi che ne fusse sua Eccellenza
Signore.
Cavasi un'altra sorte di pietra chiamata trevertino, il quale serve
molto per edificare e fare ancora intagli di diverse ragioni, che per
Italia in molti luoghi se ne va cavando, come in quel di Lucca et a
Pisa et in quel di Siena da diverse bande. Ma le maggiori saldezze e
le migliori pietre, cioè quelle che son più gentili, si cavano in sul
fiume del Teverone a Tigoli, ch'è tutta specie di congelazione d'acque
e di terra, che per la crudezza e freddezza sua non solo congela e
petrifica la terra, ma i ceppi, i rami e le fronde degli alberi. E per
l'acqua che riman dentro non si potendo finire di asciugare, quando
elle son sotto l'acqua, vi rimangono i pori della pietra cavati, che pare
spugnosa e buccheraticcia egualmente di dentro e di fuori. Gli antichi
di questa sorte pietra fecero le più mirabili fabriche et edifici che
facessero, come sono i Colisei e l'Erario da San Cosmo e Damiano, e
molti altri edifici; e ne mettevano ne' fondamenti delle lor fabriche
infinito numero, e lavorandoli non furon molto curiosi di farli finire,
ma se ne servivano rusticamente: e questo forse facevano, perché
hanno in sé una certa grandezza e superbia. Ma ne' giorni nostri s'è